L’anima di Monica Pirone

L’umanità di Monica Pirone nasce dall’esperienza di una donna che sa ascoltare le donne. Quest’umanità è presente nel suo lavoro da molti anni. Infatti il suo lavoro accoglie la sensibilità al femminile, si incentra sul carattere delle donne e il coraggio che hanno nel confrontarsi con l’altro sesso, la società, la cultura. Nel mio immaginario l’introspezione dell’artista inizia dai suoi diari quotidiani fatti di colori e forme, chiamati da Pirone  Sketch book, e che raccontano il suo mondo, i suoi umori, la sua giornata, la sua emotività. Nel percorso in cui si è espressa ha affrontato e affronta tutt’ora temi drammatici ed altri meno sofferti, unendo sempre forza e delicatezza, due estremi che si compensano nel risultato finale e che emergono di volta in volta vicendevolmente. L’artista si misura con l’intensità della risolutezza che le donne esprimono in molte delle loro manifestazioni, dei loro atti, delle loro decisioni, nella tenacia che devono costruirsi per vivere e molte altre volte per sopravvivere. Pirone ama amare la femminilità, difenderla, sostenerla, appropriarsene per poi restituire la verità di ciò che ha sentito e che ha ricevuto in dono dal rapporto con l’altra persona.

In Fare Anima – Make Soul personale di Monica Pirone, a cura di Michela Becchis, nell’ambito del progetto Hub 39/Art, l’artista presenta sei opere dell’installazione Circunstantial evidence, che riflettono sul momento immediatamente precedente alla separazione di una coppia, quando rimanere in casa diventa pericoloso perché si manifesta una violenza in cui si rompe un rapporto e si rompono, insieme, oggetti della casa sia metaforicamente che materialmente. E presenta la nuova serie Fare anima – Make Soul che si sviluppa dal ritrovamento di carte, ritagli di giornali, fotografie, fogli con scritte, cartoline, che appartenevano ad una donna deceduta da poco tempo; tutto ciò stava per essere gettato via. Pirone mette in ordine questo materiale e ricostruisce la storia di questa donna. Crea opere dove collega, inserisce, sovrappone varie parti di tali ritrovamenti con dolcezza, con passione, come se fosse essa stessa quell’anziana che è morta e di cui si stavano perdendo tutti i ricordi. Nell’opera Make Soul. Elisabetta ritratto della signora, dà vita ad un’onda da cui si generano periodi immaginati e ricontestualizzati dall’artista. Quest’onda è come se si muovesse, non a caso ha posto sotto il disegno due bobine per la fettuccia sartoriale che danno l’idea dello scorrere del tempo, dello svolgersi dell’esistenza, caduca, ma questa caducità non va dimenticata, deve in qualche modo rigenerarsi, rivivere, continuare dopo la morte. Questo nuovo appuntamento di Hub 39 /Art segue i due precedenti con gli artisti Franco Losvizzero e Giancarlino che hanno inaugurato l’iniziativa fortemente voluta da Michela Calabresi e che mette in comunicazione due mondi apparentemente separati e lontani: il mondo dei viaggi e il mondo dell’arte. Questo l’obiettivo del progetto nato all’interno della Etir, storica agenzia di viaggi nel cuore della città di Roma, nei pressi di via Veneto. L’agenzia si fa Hub per artisti, spazio delle loro mostre personali della durata di un mese ciascuna. Diventa punto di partenza, prima tappa di un percorso itinerante, di un viaggio che dal civico 39/A si snoda fra le personali degli artisti e ci conduce in luoghi e dimensioni altri della nostra vita, della nostra parte sensibile. Arte come viaggio. E proprio come un viaggio l’arte racchiude in sé un movimento, un pensiero dinamico, un’occasione di incontro e di conoscenza. I prossimi artisti che parteciperanno all’iniziativa sono Elina Chauvet, Sergio Angeli, Angelo Colagrossi, Mauro Magni, Vito Bongiorno, Vincenzo Pennacchi, Patrizio Di Sciullo e altri artisti che avremo modo di scoprire. È stato presentato il testo monografico di Monica Pirone edito da Bordeaux edizioni.

Fino 6 gennaio 2020. Etir viaggi via Campania 39/a, Roma.

 

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