Yoko Ono porta la sua opera sull’immigrazione a Manhattan

New York

Ha inaugurato oggi a New York l’installazione di Yoko Ono Add Color (Refugee Boat), una tela che sta viaggiando il mondo, dove le scritte e i pensieri del pubblicio completano il disegno della barca e del mare. Si tratta dell’installazione interattiva dell’artista realizzata sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza, per prendere posizione in un dibattito che negli USA è molto vivace. Ma che, come sappiamo, attraversa l’Oceano. E sembra che oggi un visitatore tedesco abbia anche scritto sulla tela le parole che stanno incendiando la polemica in Italia in queste ore: ”Sea Watch”. Il progetto della 86enne vedova di John Lennon viaggia il mondo dal 1961 e di recente e’ stato in Giappone, Germania, Grecia e Gran Bretagna cambiando significato a seconda del luogo e del tempo. Il lavoro adesso campeggia nella zona del porto di South Street, un luogo simbolico, non lontano dalla Statua della Libertà, che fu il primo punto di approdo degli europei nella baia di New York e un centro di immigrazione. L’installazione e’ una delle due prodotte da Yoko Ono per il festival estivo River to River. L’altra si intitola Reflection: una serie di poster piazzati in luoghi ad alto traffico di Manhattan in cui frasi e parole in bianco e nero invitano a fermarsi a riflettere sul loro significato: ”Dream”, ”Remember Love”, ”Imagine peace”.

 

No al muro e Open Borders. Be kind, sii gentile, l’amore e’ più forte della paura.

Solidarieta’, a lettere cubitali, “non e’ niente senza l’azione”. E poi, all’interno della barca: “sulla barca c’e’ posto per tutti” e “ogni barca di profughi e’ un Mayflower”. A New York va in scena Add Color (Refugee Boat), installazione interattiva di Yoko Ono. All’inizio era una tela bianca: uno stanzone a South Street Seaport dalle pareti candide e in mezzo una barca a remi. Un barattolo di vernice azzurra, il colore del mare, e l’invito al pubblico di dipingere le proprie speranze sulle pareti, il pavimento, sopra e dentro la barca. Via via che passavano i giorni i messaggi si sono confusi trasformando lo spazio in un caos a strati. Il progetto della 86enne vedova di John Lennon viaggia il mondo dal 1961 ed è arrivato a New York mentre il dibattito sull’immigrazione incendia la politica, tra le minacce di deportazioni di massa di Trump e la foto shock di un padre con la figlia annegati al confine con il Messico.