Il disegno erotico in fiera

Parigi

Si è conclusa la settima edizione di SALO!, un evento che solo a Parigi poteva nascere: la fiera del disegno erotico. Tre giorni al 111 boulevard Ménilmontant, nell’ XIesimo arrondissement, dai toni variopinti, sono stati dedicati alla scoperta dell’erotismo francese e internazionale.

La curatrice Laurent Quenehen ha dato una dimensione tutta politica alla rappresentazione del nudo, del corpo e dell’erotismo. All’evento ogni anno viene invitato un curatore ospite, scelta ricaduta, per la settima edizione, sulla cinese Baozhong Cui. Sempre di più il salon si spinge nella direzione di uno spazio di libera espressione rivolto agli artisti costretti dalla censura nel proprio paese di origine. Un inizio da concepire allo stesso modo nel senso più generale della denuncia della censura nel mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, passando dall’Iran come per alcuni Paesi occidentali.

Tra i 137 artisti invitati, tre quarti sono donne, un dato rilevante rispetto a quello che è il bisogno di espressione piuttosto che di liberazione dalla parola e dalle paure. Dal salone sono emersi collage pop di amori saffici, totem di seni in ceramica, disegni di uomini nudi su carta giapponese, del sangue mestruale, una vulva trafitta da uno spillo. Le sensazioni che emergono sono contrastanti, a volte disturbanti, ma quello che è certo è che il senso di urgenza rispetto a sensualità, corpo e sesso ancora una volta non mancano di affascinare.

Gli artisti selezionati, provenienti da tutto il mondo, lavorano su versioni multiple di un immaginario mediatico e liberatorio. Le donne non si sentono più costrette da restrizioni, si sentono padroneggiare questo campo. D’altro canto, il tema realizzato da Baozhong Cui, presenta artisti cinesi spesso vittime di censura. Il salone da’ modo di vedere corpi spogliati, altri abbandonati al desiderio. Alcuni critici hanno affermato che non esiste un’arte erotica, che ogni forma d’arte è erotica. Nonostante ciò, è proprio questa arte che viene censurata. Fatte di cubi, di astrazioni geometriche, la censura, almeno qui, non importuna alcuna esperienza. Gauguin, Schiele, Balthus non hanno ottenuto visibilità nei musei a causa della disposizione dei loro colori. I censori confondono l’immagine, il testo e la realtà, una confusione che si potrebbe qualificare come schizofrenica. La rappresentazione di uno stupro non è uno stupro, eppure spesso si giudicano le immagini come se si trattasse di essere osceni e aggressori in carne e ossa.SALO ! può avere anche degli affetti salutari e partecipa a ciò che è essenziale nella vita in società, come un punto di equilibrio dove le stravaganze vivono nelle loro rappresentazioni. Una fiera che risponde a bisogni di sanità pubblica, come tutte le mostre, film, testi, coreografie che mettono in questione i nostri fantasmi.