Macro, si volta pagina

Roma

 

Come avevamo anticipato, qualcosa si sta muovendo al Macro, e non solo. L’azienda speciale Palaexpo, diretta da Cesare Pietroiusti, sull’onda del dibattito scatenato dalla nostra pubblicazione di due giorni fa (leggi qui), ha reso noto che per quanto riguarda il Macro nelle prossime ore sarà pubblicato un bando per la ricerca di un nuovo direttore, coerentemente con il disegno generale di creare un nuovo Polo delle culture contemporanee, che vedrà coinvolti, oltre al Macro, anche Palazzo delle Esposizioni e il Mattatoio. Termine per le candidature: il 22 luglio 2019.

”Per il triennio 2020-2022 – è scritto – l’Azienda, in vista della conclusione del progetto sperimentale Macro Asilo, sta avviando il percorso per una selezione pubblica volta all’individuazione di un progetto culturale che dia sviluppo e innovazione alla straordinaria esperienza che il Macro ha rappresentato e rappresenta. L’intento è quello di valorizzare l’apertura, la pluralità, le pratiche discorsive, verso una trasformazione della figura del visitatore che contribuisce alla creazione di contenuti, incoraggiando la presenza di studenti e promuovendo la ricerca e la sperimentazione artistica nazionale e internazionale. Particolare importanza sarà data alla collaborazione con le Accademie e gli Istituti di cultura presenti a Roma”.
Parole di elogio sono state spese per la gestione de Finis: ”
Il progetto sperimentale Macro Asilo, aperto al pubblico nel periodo ottobre 2018 – dicembre 2019, si è dimostrato, con risultati crescenti giorno dopo giorno, in grado di creare, all’interno degli spazi del museo di via Nizza, una dimensione aperta alle proposte di artisti, curatori e ricercatori provenienti dalle diverse discipline. Un invito al dialogo con la città, gratuito e accessibile a tutti”. E ancora: ”Una proposta progettuale radicale e coraggiosa che ha posto in questione non soltanto la funzione tradizionale del museo, ma anche la figura stessa del visitatore, chiamato ad un ruolo attivo nella costruzione di processi di partecipazione, per giungere alla costituzione di vere e proprie comunità di indagine e di apprendimento”.
Ma, di fatto, si volta pagina. Al bando, naturalmente, sarà invitato anche Giorgio de Finis, ma stando a quanto da lui dichiarato nell’intervista pubblicata oggi da Paese Sera, c’è da dubitare che intenda partecipare. Chi lo farà dovrà condividere, se non altro, le linee guida di un piano generale che viene dettato dall’alto. E che prevede:

PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
Si svilupperà un ricco programma di mostre destinate al più ampio coinvolgimento dei diversi pubblici. Tra le mostre previste nel prossimo biennio, tra le altre, sono già in programma: Sublimi Anatomie, una mostra sull’osservazione storica e contemporanea del corpo umano, Carlo Rambaldi e Makinarium, gli effetti speciali visuali declinati secondo la tradizione artigianale della ”meccanotronica”; Tecniche di evasione, sulle modalità del dissenso degli artisti nell’Europa dell’Est; due grandi retrospettive dedicate a Jim Dine e a Gabriele Basilico e, nell’ottobre 2020, la XVII edizione della Quadriennale. Continuerà ad essere ospitata World Press Photo, nonché la seconda edizione di Mostre in Mostra.

Al Piano Zero del Palazzo delle Esposizioni, che è e resterà ad accesso gratuito, si punterà a coinvolgere anche i giovani attraverso sinergie tra il dipartimento educativo, la libreria e il Caffè delle Esposizioni da poco inaugurato. In particolare, si intende realizzare un’ampia zona di lettura destinata a studenti e frequentatori abituali, che possa fungere da raccordo, spaziale e concettuale, tra caffetteria e libreria. Si allestirà anche un’area dedicata alle biblioteche civiche di Roma, che presenti le attività e le diverse realtà dei quartieri dal punto di osservazione di questi importanti presidi culturali territoriali.

MATTATOIO
Diventerà il nuovo Laboratorio permanente sui linguaggi della performance. La Pelanda costituirà un polo di ricerca, produzione, presentazione e formazione interdisciplinare dedicato alla performance nei quattro ambiti principali di arti visive, musica, teatro e danza. Sarà realizzata una scuola di alta formazione interdisciplinare sui vari linguaggi della performance partendo da un Master di II livello in Arti Performative e Spazi Comunitari per il quale è già stata firmata una convenzione con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre il cui avvio è previsto per febbraio 2020.Nel Padiglione 9b si valorizzeranno gli aspetti dell’artigianato legati alla performance e alle arti sceniche (tessuto, costumi, scenografie ecc.) e quelli a rischio di scomparsa.
Grazie a un intervento di restauro e recupero, che è stato portato avanti dalla Sovrintendenza Capitolina e da Zetema, saranno restituiti alla città nei primi mesi del 2020, i ”Rimessini”, due grandi spazi interni al Mattatoio, nei quali saranno sviluppate le attività legate all’arte culinaria e alla convivialità, secondo un progetto esperienziale e di conoscenza, che avrà al centro la cultura e le prassi del mangiare e del bere come elemento aggregante, di integrazione interculturale e di consapevolezza collettiva.Un cambiamento che intende far diventare l’area del Mattatoio il cuore pulsante del quartiere di Testaccio e un laboratorio di livello internazionale per le arti performative, in grado di coniugare sperimentazione artistica, studio, ricerca, spettacolo e ristorazione. Ciò sarà possibile anche grazie alle sinergie con le varie realtà, anche informali, già presenti al suo interno quali il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, la Scuola Popolare di Musica di Testaccio, il Centro anziani, il Centro socioculturale Curdo, l’Accademia di Belle Arti di Roma.Per la realizzazione di questo ambizioso progetto l’Azienda Speciale Palaexpo ha promosso un bando pubblico attraverso il quale sarà individuato un responsabile della programmazione e delle attività del nuovo Laboratorio permanente della Performance, presso il Mattatoio.Quanto alla vicenda de Finis, di fatto viene scritto un nuovo capitolo nella storia del museo. La sua è stata, a questo punto, una parentesi sperimentale, ma ora il Macro si prepara a reindossare una veste più istituzionale.

 

 

 

 

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