Nora Lux – V.I.T.R.I.O.L.U.M.

V.I.T.R.I.O.L.U.M. – Visita Interiora Terrae Rectificando Inveniens Occultum Lapidem Veram Medicinam (Visita l’interno della terra, e rettificando troverai la pietra nascosta che è la vera medicina) è un progetto di Nora Lux, composto da diverse fasi e culminato con la performance che si è tenuta al MACRO di Roma lo scorso 9 febbraio a cura di Lorenzo Canova. 

Iniziato nel 2017, con la prima fase della Grande Opera, ”Nigredo”, l’artista ha per la prima volta svolto un’azione performativa insieme ad un animale vivo, un corvo imperiale, e all’interno di uno spazio delimitato, la Galleria di Giancarlo Carpi e Raffaele Soligo. Per Nora Lux l’animale è saggezza istintiva, capacità di capire, ascoltare ed osservare entrando in relazione con la parte magica del nostro io e, per questo, simboleggia l’anima. Nella seconda fase, ”Albedo”, l’artista ha interagito con un pavone bianco, in una performance a cura di Francesca Pietracci, negli ambienti di Palazzo Falconieri, presso l’Accademia Ungherese di Roma. La terza fase è stata presentata presso la Casa dell’Architettura di Roma con la collaborazione di Luisa Valeriani.

Per l’ultima fase del progetto, ”Rubedo”, il volume rosso del MACRO, già di per sé rappresentazione di un vaso contenitore, un alambicco, un utero, è stato associato al sole, al fuoco e allo spirito. In questo luogo, sulle note della musica di Roberto Laneri, registrate in frequenza theta, è stata l’aquila ad interagire con lo spazio e l’artista stessa. Mentre il colore rosso è immagine della vita e della generazione, l’aquila, unico rapace capace di fissare il sole, è l’elemento che giunge al centro spirituale. «Alla fine di un lungo viaggio iniziatico – scrive il curatore – segnato dalle figure fatali del corvo e del pavone, Nora Lux ha superato le tenebre della putrefazione, la notte oscura del sepolcro, i raggi tenebrosi del Sole Nero, ha viaggiato verso l’aurora del pavone bianco, ha visto i primi lucori dell’alba mistica, ha trasmutato la propria essenza fisica e ha trovato, infine, un centro definitivo, segnato dalle ali di un’aquila diretta verso il sole rosso della meta finale, verso il suono della completezza del Sé, in attesa di ricominciare un nuovo percorso circolare dentro e al di là del tempo.» Al MACRO si è concluso quindi un percorso interiore scandito da fasi alchemiche, di cui è possibile individuare l’inizio e la fine, ma che allo stesso tempo può riprendere in qualsiasi momento, con tensioni e sospensioni ogni volta nuove e ogni volta con la stessa potenza. È la poesia della ricerca artistica, che poi è la stessa che il mistero dell’esistenza si porta con sé.