M9

Direttamente dalle nostre pagine del giornale vi proponiamo la versione integrale di un articolo pubblicato sul numero 107

Un nuovo progetto, una nuova realtà culturale nasce a Mestre: M9. Grazie alla determinazione di Fondazione di Venezia, ente privato senza finalità di lucro incentrato al miglioramento della qualità di vita della collettività veneziana, M9 si sviluppa nell’ambito della rigenerazione urbana ispirandosi alle più recenti esperienze internazionali. Come per esempio, partendo dalla Gran Bretagna con il Baltic center for contemporary art di Newcastle o l’Imperial war museum north di Manchester, toccando la penisola iberica, con il Guggenheim museum di Bilbao e la vicina Francia a Metz fino al Centre Pompidou di Parigi. Una chiara tendenza verso la conversione di aree urbane ed edifici dimenticati in poli culturali, M9 diventa così un’istituzione di nuova concezione per riflettere sulla contemporaneità. Il restauro di un antico convento con la costruzione di un nuova location sono alla base di un complesso progetto d’avanguardia.

La cura della programmazione architettonica è nelle mani dello studio Sauerbruch Hutton di Berlino, vincitore nel 2010 del concorso bandito dalla Fondazione. Sacrale il binomio sostenibilità/comfort con soluzioni strutturali e impiantistiche attente ai temi dell’ecocompatibilità e dell’efficienza energetica. Con queste linee guida M9 sarà uno dei primi musei italiani a ottenere la certificazione Leed gold, rilasciata dal Green building council, massima autorità in tema di edilizia sostenibile. A definire un così complesso intervento non poteva essere che un codice alfanumerico, M9 infatti sintetizza tanto gli ambiti tematici dell’iniziativa quanto la sua localizzazione. M come museo, mostre, multisensoriale ma anche come metropoli, Mestre e Marghera. 9 in onore del Novecento, il secolo raccontato dall’esposizione permanente. La struttura si articola in tre spazi funzionali: ad accoglierci al piano terra, Mama, la sezione dedicata alla comprensione del presente attraverso un auditorium con 180 posti, una mediateca con 20 postazioni e 3 aule didattiche per dialogare sull’oggi. Primo e secondo piano ospitano il passato con l’esposizione permanente, M900, dedicata alle grandi trasformazioni nella penisola nel corso del XX secolo. Ma perché un focus sul Novecento?

Lo abbiamo chiesto a Guido Guerzoni, project manager di M9. «Il Novecento italiano rimane il secolo meno studiato a scuola, a causa del persistente iato temporale presente nei programmi scolastici obbligatori. Non ci sono molti musei e difettano le mostre temporanee e altre istituzioni culturali come i parchi a tema storici, che assolvano l’incomprimibile necessità di preservare il passaggio di conoscenza generazionale. L’obiettivo – continua – è creare una coscienza critica legata all’idea di conoscere il passato, aiutando il visitatore a formarsi un’opinione, a maturare un giudizio. Quello che interessa descrivere è come sono cambiate le vite di ognuno, prospettiva molto diversa rispetto a una ricostruzione storica classica, incentrata sulle cronologie, eventi e personalità eminenti. In tal senso in M9 la storia è uno degli assi portanti ma non è l’unico. Il Novecento italiano sarà infatti accompagnato da due palinsesti di attività che guardano al presente e al futuro. La scelta è quella di muoversi liberamente sui tre assi cronologici: dobbiamo partire dal passato per sviluppare una serie di riflessioni sull’oggi e sull’avvenire».

L’ultimo piano, M000, è incentrato sul domani con mostre temporanee su sport, innovazione, scienze, design, moda, architettura e nuovi media. Non a caso M9 è un progetto fortemente caratterizzato dall’uso di tecnologie digitali e multimediali. «Abbiamo effettuato – racconta Guerzoni – una lunga analisi delle forme più evolute e intelligenti di narrazione della storia, non limitando il nostro sguardo ai musei e alle mostre tradizionali, ma considerando anche i parchi a tema storici, gli historical theatres, le serie televisive, le produzioni cinematografiche e i videogiochi a tema storico per cogliere i linguaggi, le drammaturgie e le differenti soluzioni narrative. Ci siamo chiesti come affrontare la narrazione al vivo della storia e delle storie in un momento in cui si registra grande curiosità per la storia stessa, ma soddisfatta da altri mezzi come videogiochi, grandi serie televisive o kolossal cinematografici. Abbiamo setacciato teche e archivi e stiamo al contempo dialogando con le principali multinazionali delle telecomunicazioni, vagliando prodotti tecnologici che non sono ancora disponibili sul mercato. Il livello di fruizione della narrazione storica godrà dei più alti livelli di multimedialità».

L’inaugurazione, prevista nel 2018, non è solo una vittoria per lo sviluppo culturale del nostro Paese ma garantisce un apporto fondamentale alla crescita del centro di Mestre e indirettamente della sua periferia, zone per molto tempo percepite come scalo transitorio, una sorta di città-dormitorio senza storia o memoria. Nulla di più sbagliato, effettivamente la terraferma veneziana è un luogo enigmatico. Qui la modernità e il sopravvento della post-modernità si sono manifestati con una velocità e una forza difficilmente eguagliabile, con i decisi e imponenti mutamenti legati all’urbanizzazione, l’industrializzazione, l’emigrazione, le trasformazioni socio-professionali, il territorio ha cambiato volto creando nuove dimensioni che saranno finalmente interpretate e raccontate in M9.

Info: www.m9museum.it/it/home/index.html