È nato nel 1983 ed è stato riconosciuto ultimamente come uno dei più interessanti artisti contemporanei in Francia. Si chiama Clément Cogitore e ha vinto il prestigioso e storico premio Marcel Duchamp portando a casa 35 mila euro e una mostra al Centre Pompidou di Parigi fino al 31 dicembre insieme agli altri finalisti del premio (Mohamed Bourouissa, Thu-Van Tran e Marie Voignier). Il lavoro che ha convinto la giuria si intitola Road trip halluciné dans les décombres contemporains de l’archive :«È un film – spiega lo stesso artista – che dura una quindicina di minuti. Ho comprato i diritti delle immagini prese su stock image. Sono soprattutto degli stereotipi, usati spesso per le pubblicità che ho cercato di mischiare fra loro provando a costruirci sopra un racconto di una donna».
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Fin dal titolo infatti il lavoro si richiama a tematiche contemporanee come gli archivi che sempre più peso hanno nell’arte soprattutto da quando sono diventati argomento di dibattito anche grazie ai big data. E poi nel fondere narrazione pubblicitaria, che per sua natura è frammentaria, con una narrazione di tipo classico, che al contrario punta a raccontare una storia unitaria.
Quello che invece colpisce nei lavori di Cogiore è sicuramente il medium scelto: il video. Non troviamo sculture nelle sue creazioni ne alcun tipo di pitture. Non è certo una novità ma conferma ancora qualche ritardo italiano in merito a questo strumento d’espressione da noi ancora poco compreso come autonomo. Sicuramente ad aver portato il video nel mondo dell’arte contemporanea francese ha influito il Fresnoy-Studio national des arts contemporains dedicato proprio all’unione di arte e cinema e nel quale anche Cogiore si è formato.
LES INDES GALANTES, Clément Cogitore 2017 from 04diff on Vimeo.
Fra i suoi ultimi lavori dobbiamo citare il corto Les indes galantes, un balletto creato dal compositore francese Jean Philippe Rameau del 1735 e qui riadattato da Cogitore in una danza Krump, una forma d’arte nata nel ghetto nero di Los Angeles negli anni Novanta. Oppure possiamo ricordare il film Braguine, vincitore di numerosi premi internazionali, che racconta la storia di due famiglie i Braguine e i Kiline. A 700 km dal villaggio più vicino le due famiglie si sono installata nella taiga siberiana scollegata da tutto il resto del mondo. Vivono una vita anarchica ma le due famiglie rifiutano di parlarsi, al centro del villaggio un muro li divide anche fisicamente.