Fino al 1 ottobre il Centro Arti Visive Pescheria ospita la mostra Nicola Samorì. La candela per far luce deve consumarsi, a cura di Marcello Smarrelli. Un dialogo armonioso tra antico e contemporaneo che mette in luce come le immagini sacre possano rinascere ed essere investite da nuovi significati nell’ambito di un contesto museale. Non a caso il titolo stesso della rassegna si riferisce a una citazione attribuita a San Carlo Borromeo che guida Samorì nella concezione delle sue opere. A ispirarlo anche le suggestioni del luogo, in particolare le collezioni dei Musei Civici di Palazzo Mosca di Pesaro. E proprio dai Musei Civici arriva l’indizio di partenza che ha guidato il lavoro di Samorì nello sviluppo di questo nuovo corpo di lavori per Pesaro: una selezione opere delle raccolte civiche si mescola ai dipinti e alle sculture di Samorì creando un effetto di sovrapposizione temporale. L’artista non teme il confronto con i grandi maestri, anzi, innesca un dialogo: La prova del fuoco e Corpus Domini, ad esempio, si confrontano con l’olio su rame Cristo e un manigoldo (1735-1740) di Giuseppe Maria Crespi e con la tempera su tavola Cristo Passo (1490-1499 ca) di Nicola Zafuri. Mentre le marine dipinte si confondono con alcune vedute pesaresi di antica fattura provenienti dai magazzini dei Musei Civici. Questi solo alcuni esempi dell’abilità con cui Samorì trasfigura l’ideale classico, decompone i corpi, si allontana dal puro figurativismo per avvicinarsi a una trasfigurazione astratta e visionaria. Leggi qui Samorì, il disfacimento del classico.
Fino al 1 ottobre, Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, Info: www.centroartivisivepescheria.it