Palazzo Venezia: l’importanza del restauro delle Fatiche di Ercole finanziato dai Toti

Il restauro del soffitto e del fregio a fresco nella sala delle Fatiche di Ercole al piano nobile di palazzo Venezia a Roma non sono cose tipiche da Insideart. Lo sapete, noi ci occupiamo in prevalenza di arte contemporanea e di giovani talenti. Quello che invece ci interessa – e molto – ed è per questo che ne abbiamo scritto e ne scriviamo, sono le circostanze pratiche che hanno reso possibile il restauro. I lavori sono stati interamente finanziati da una donazione liberale offerta dalla Fondazione Silvano Toti, ente dedicato allo storico capostipite della Lamaro Appalti, una delle più importanti imprese di costruzioni della capitale. Donazione liberale significa che tutti i fratelli Toti, vale a dire Maria Teresa, Pier Luigi, Claudio e Stefano, hanno messo a disposizione tramite la fondazione dedicata al padre i fondi necessari al restauro senza avere un solo euro di detrazione fiscale né tantomeno vantaggi di tipo pubblicitario o commerciale.

Perché questo è un gesto che ci piace sottolineare? Perché innanzitutto è un generoso atto di amore per Roma. Poi perché è la prova evidente che in un paese che rende complicate pure le sponsorizzazioni culturali in realtà chi vuole veramente fare le cose ci riesce. E riesce a farle anche presto e bene, anche senza avere nulla in cambio. Ma non è solo questo. La donazione dei Toti dimostra che ci sono imprese attente alle sorti del paese, che ben comprendono quanto strategici siano gli investimenti a sostegno del nostro superbo patrimonio artistico e culturale. I Toti, che a Roma hanno già regalato quel piccolo gioiello che è il Globe Theatre, uno spazio dedicato al teatro shakespeariano edificato nel cuore di Villa Borghese (molto prima che Bernad Arnault aprisse a Parigi la sua Fondation Vuitton dentro Bois de Boulogne) con il loro gesto danno un segnale alle altre imprese e allo Stato: alle prime dicono imitateci anche quando è difficile, al secondo dicono crea condizioni migliori perché tutti possano dare una mano a difendere il lascito più importante che ci è rimasto.

Ecco per tali ragioni sottolineiamo l’importanza di questo restauro. Vorremmo che la tutela del patrimonio pubblico ma anche il sostegno ai giovani artisti non costasse più le fatiche di Ercole. Vorremmo che tanti privati fossero chiamati a occuparsi delle nostre bellezze avendo un percorso chiaro e facilitato, così come si fa nei paesi più evoluti. Non dovrebbe essere così difficile. Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini è su questa lunghezza d’onda. Lo dice e lo ripete a ogni circostanza. Con l’Art Bonus ha aperto un varco importante. Tocca insistere, accelerare e aprire di più le porte a una collaborazione tra pubblico e privato.