Keith Haring e il suo murales a Pisa, l’oggetto dell’incontro di oggi a palazzo Reale

”Come è potuto accadere che un artista dell’avanguardia pop newyorkese degli anni ‘80, gay dichiarato, con precedenti penali per aver realizzato graffiti senza autorizzazione, sia riuscito a realizzare una grande opera pubblica sulla parete di un convento all’interno di un centro storico di una città monumentale come Pisa, senza bozzetto preliminare?! Ecco quello che racconterò questa sera alle 18 a Palazzo Reale in occasione della grande mostra di Keith Haring curata da Gianni Mercurio, rivelando alcuni particolari che pochi ancora conoscono su quella che oggi è considerata l’opera d’arte che attrae più visitatori nella città di Pisa dopo il complesso monumentale di Piazza dei Miracoli” dichiara l’imprenditore vinicolo Piergiorgio Castellani, anche appassionato d’arte, collezionista, giramondo, l’allora ventenne amico di un timido Haring dagli occhi limpidi e fragili nascosti dagli altrettanto timidi occhialetti tondi, un Haring che voleva gridare la sua disperazione al mondo inetto, incapace di accoglierlo e proteggerlo.

Tuttomondo, il grande murale pisano le cui figure ancora oggi si stagliano imponenti in forme rotondeggianti, paradossalmente rassicuranti, rappresenta un vero e proprio testamento dell’artista, che fu invitato dallo stesso Castellani a visitare una provincia brulicante, seppur remota rispetto alla New York scintillante di quegli anni. Nell’ambito del ciclo d’incontri promossi da Palazzo Reale in occasione della grande retrospettiva di Keith Haring curata da Gianni Mercurio e visitabile sino al 18 giugno prossimo, Castellani l’illustrerà, affiancato dal curatore Mercurio, dal restauratore Antonio Rava (che ha lavorato al recupero di alcuni murales a firma dell’artista) e dal regista Andrea Soldani (autore di Tuttomondo, una docu-intervista nella quale l’artista chiariva il significato dell’opera) i retroscena che hanno condotto alla genesi di un’opera cruciale. Info: www.palazzorealemilano.it