Perché Rembrandt nei suoi autoritratti non guarda (quasi) mai l’osservatore?

Oxford

Rembrandt Harmenszoon van Rijn, meglio conosciuto come semplicemente come Rembrandt, è stato insieme a Vincent Van Gogh, uno dei più prolifici pittori ossessionati dal proprio volto. In tutta la sua carriera il pittore olandese ha realizzato oltre 100 autoritratti. Il perché, in realtà, non è direttamente legato all’egocentrismo che caratterizza ogni artista, ma un effetto diretto della poca e costosa disponibilità di modelle da ritrarre. Ma molti degli autoritratti di Rembrant hanno una caratteristica comune fra loro, l’artista non guarda direttamente l’osservatore, i suoi occhi sono leggermente spostati, come a guardare altro. A scoprire il perché sono stati due ricercatori inglesi Francis O’Neill e Sofia Palazzo Corner. Insiemi i due hanno pubblicato un articolo Sul The Journal of Optics disponibile in pdf.

Lo studio è particolarmente complesso ma la soluzione al problema potrebbe essere descritta come una trovata scientifica. È, secondo i due, un gioco di specchi a permettere all’artista di dipingere il suo volto senza staccarsi dalla tela. Attraverso un gioco di riflessi, articolato in tre specchi, Rembrand semplicemente riportava alcuni tratti che gli venivano proiettati sulla tela. I suoi occhi dipinti sono quindi spostati perché non rivolge lo sguardo direttamente verso lo specchio ma sulla tela dove ricalca le linee. È ovviamente una teoria, ma viene giustificata, secondo i due ricercatori, da come nell’Olanda del XVII secolo si trovassero i migliori specchi sul mercato.