Paesaggi umani, con lo sguardo rivolto all’interno è il titolo della mostra ospitata da Spazio Cima dal 29 marzo al 28 aprile. Curato da Roberta Cima il percorso presenta una trentina di lavori firmati da Piero Petracci. A tenere unite le opere è uno sguardo critico sul mondo, sul nostro mondo che ha tolto all’uomo l’individualità ricoprendolo di cemento e massificazione. Una dialettica negativa anima le scelte dell’autore che prendono forma in cornici liquefatte, cemento frammentato, grovigli di corde ben intrecciate e bruciature. Una serie di opere in cui i contrasti, tra materiali morbidi e duri, tra bianco e nero, sottolineano la disillusione e il pessimismo dell’artista nichilista. Il colore qui non è un elemento cromatico, meramente estetico, ma un principio significativo. Le sfumature sono lievissime, prevalgono il conflitto e l’uniformità, ulteriore simbolo di dualità psicologica e sensoriale.
«Il mio è un discorso surrealista e metafisico – spiega l’artista – qualcosa va a rappresentare qualcos’altro. Sono un concettualista: cerco di evocare gli stessi stati d’animo della mia ricerca quotidiana che tende verso l’interno. Anche laddove nelle opere sembri prevalere un approccio più impulsivo e irrazionale, tutto mira ad essere ben rappresentato. In realtà quello che voglio fare è raccontare una realtà personale, ma anche sociale. Una verità frammentata, frammentaria, conflittuale e ricca di tensioni. Paesaggi interiori spesso in macerie». Info: www.spaziocima.it