La Firenze di Ai Weiwei

«Le critiche servono per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi contemporanei, quindi è un bene che ci siano», così dice Ai Weiwei durate la conferenza stampa per la presentazione della sua personale a Firenze. Palazzo Strozzi fuori mostra i gommoni rossi dell’artista che tante critiche avevano suscitato fra fiorentini e non. Le ragioni di Weiwei sono nobili, i gommoni vogliono rendere omaggio ai migranti che ogni giorno attraversano il mare per arrivare in Europa. «Anche io come loro – dice l’artista – sono un profugo». Ma i gommoni sono solo un’introduzione alla prima grande retrospettiva italiana dedicata ad Ai Weiwei che dal 23 settembre al 22 gennaio, con un percorso curato da Arturo Galansino, invade tutto lo spazio della struttura, dal cortile, al piano nobile, alla Strozzina fino alla facciata del palazzo appunto. Nel percorso troviamo nuovi e vecchi lavori dell’artista cinese a cominciare da Refraction l’opera installata nel cortile, in cui pannelli solari tibetani definiscono un’ala metallica come a rappresentare, in metafora, la negazione della libertà d’espressione. Negli spazi interni, il visitatore ripercorre tutto il cammino di Weiwei, dal suo periodo newyorkese degli anni Ottanta e Novanta fino alle realizzazioni più recenti. Un’occasione unica per ripassare o scoprire il lavoro di uno dei più grandi artisti contemporanei. Info: www.palazzostrozzi.org