Parasite 2.0

Milano

Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo. Giovani, interessati, interessanti e finalmente con il giusto spazio che meritano. I Parasite 2.0 sono un collettivo di architetti nato nel 2010 e da qualche anno perfettamente inserito nel panorama culturale e artistico milanese. Con già due Biennali di Architettura alle spalle, nel 2014 hanno preso parte a una residenza artistica a Vir Viafarini-in-residence; di recente sono stati ospiti da Tile Project Space per Means of Conflict e attualmente sono coinvolti nel Progetto città ideale ospitato dalla Fabbrica del Vapore di Milano. Formatisi in un contesto accademico che non riusciva a rappresentarli in pieno, hanno sentito sin da subito il bisogno di confrontarsi con tematiche importanti che rimettevano in discussione la figura dell’architetto e il suo ruolo per la collettività. Fervidi sostenitori di un’architettura portavoce di un miglioramento sociale, da sempre portano avanti progetti e idee che partono dallo sviluppo di questi temi. Un esempio su tutti è l’adozione delle ”tecniche ignoranti” di costruzione. Le tecniche ignoranti attingono al concetto di de-intellettualizzazione sostenuto dal filosofo Jacques Rancière e dallo scrittore Ivan Illich. Si tratta in sostanza di una semplificazione della pratica costruttiva che permetta a chiunque e in maniera facile di rapportarsi con la costruzione e l’alterazione dello spazio. Un’architettura che non miri dunque alla spettacolarizzazione e all’apparenza, ma alla semplificazione della pratica stessa come risposta a problemi reali, come, ad esempio, la crescita demografica.

Tra i loro lavori più recenti c’è l’interessante Ubiquituos Tribe presentato da Progetto città ideale alla Fabbrica del Vapore. Per l’occasione i Parasite 2.0 hanno dato vita a uno spazio creativo potenziale disponendo all’interno della sala delle Colonne i materiali, le idee e i concetti per la creazione di studi d’artista. I materiali sono quelli semplici da costruzione che si rifanno al principio delle tecniche ignoranti. Le idee e i concetti partono, invece, da una riflessione sulla nostra contemporaneità liquida e postmoderna. Come si concilia la struttura di uno studio d’artista con la nuova concezione di lavoro immateriale e intangibile che la nostra società produce? Una riflessione anche sull’accelerazione che coinvolge, anzi travolge, la produzione odierna costretta a misurarsi continuamente con tecnologiche in costante aggiornamento. Ciò che viene presentato in Ubiquituos Tribe è un ambiente semplice e pulito che ha il merito di raccontare verità, suscitare riflessioni e risvegliare creatività intellettuale e manuale degli artisti chiamati, assieme agli architetti, a rimodulare lo spazio e le loro postazioni di lavoro. Basta poco per comprendere la qualità intrinseca dietro un progetto, un’idea, o una semplice affermazione, con i Parasite 2.0 si va sul sicuro. Merito forse della chiarezza, a volte piacevolmente didattica, attraverso la quale riescono a raccontare e a spiegare i loro progetti. Ai Parasite va anche il merito della sostanza: non capita spesso nel mondo dell’arte contemporanea, nel quale, gli piaccia o no si stanno inserendo, di trovare contenuti forti e radicati come quelli che si celano dietro le loro iniziative. E la de-intelletualizzazione (Jacques Rancière, 1940) della quale spesso si fanno portavoce non fa che accrescere il loro potenziale culturale. Decisamente da tenere d’occhio.

Info: http://parasitelab.tumblr.com/
Progetto città ideale
dal 1 luglio al 30 settembre 2015
Sala delle colonne – Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4, Milano