Obiettivo Italia

Prendete una città d’arte del Centro Italia, Fano (PU), due bravi curatori, Luca Panaro e Marcello Sparaventi, una location dal grande fascino, la Rocca Malatestiana, una cornice di incontri e approfondimenti con artisti affermati (Robert Gligorov e Adrian Paci) e altri promettenti (Delaram Mirnaghibi e Rui Wu), e capirete perché Centrale Fotografia sia diventato un appuntamento che raccoglie il consenso di critica e di pubblico. In un’estate caratterizzata dai progetti faraonici dell’Expo milanese, l’evento marchigiano è la dimostrazione di come sia possibile realizzare delle iniziative culturali di livello in aree che esulano dalle consuete rotte dei voyeur del contemporaneo. Il tema scelto per la VII edizione è In Italia, interamente costruito attorno alla partecipazione di artisti stranieri stanziati nel nostro Paese, sia per condizioni lavorative favorevoli, ma soprattutto perché l’Italia rappresenta per loro uno specchio ideale: luogo di interscambio tra presente e futuro. La scelta di ospitare Robert Gligorov (Kriva Palanka, Macedonia, 1960) e Adrian Paci (Scutari, Albania, 1969) – entrambi residenti a Milano – non è casuale. L’artista macedone utilizzando diversi linguaggi (pittura, scultura, installazioni, fotografia, video) si relaziona costantemente con un mondo di simboli dai confini globali, ma si concentra anche su aspetti legati al particolarismo culturale.

L’Italia, infatti, emblema della contraddizione tangibile di alcune latenze, offre da questo punto di vista spunti di sicuro interesse: la commistione anomala tra storia, religione, politica e capitalismo. Adrian Paci, oltre a essere conosciuto per il potere metaforico e la forza espressiva delle sue immagini legate ai conflitti e alle istanze dei popoli migranti, in questi ultimi anni ha dialogato dall’interno con alcuni aspetti della cultura italiana. Emblema di questo approccio è la Via Crucis fotografica (stampa su alluminio) da lui realizzata nel 2011 per la chiesa di San Bartolomeo in via Moscova a Milano, dove l’ispirazione pasoliniana del Vangelo secondo Matteo si sovrappone a una raffigurazione del Cristo tipicamente cinquecentesca. Lo sguardo di Gligorov e Paci, dunque, può essere indicativo di come alcune peculiarità della cultura italiana possano ancora innestarsi all’interno di un discorso più ampio che riguarda la globalizzazione dell’arte; raffronto che sfugge volontariamente alla maggior parte degli artisti italiani. Non bisogna dimenticare, infatti, che la forma espressiva è sempre frutto di esperienze (spesso puramente ideali) che si condensano in un dato territorio, dove il termine “ territorio” viene inteso in modo ampio ed eterogeneo.

Dall’11 al 14 giugno, Rocca Malatestiana, Fano; info: www.centralefotografia.com