Giovanni Troilo

Roma

La ville noire è la localizzazione di una condizione di malessere sociale, di una crisi di identità che investe l’Europa, di un racconto dai tratti fortemente malinconici di cui Charleroi rappresenta l’episodio centrale. Le finestre che Giovanni Troilo apre sulle scomode realtà della cittadina belga coinvolgono l’emotività di chi le guarda, lasciando degli interrogativi, delle questioni aperte, delle possibilità di riflessione. Le inquadrature rivelano l’impostazione sostanzialmente cinematografica del fotografo, avvezzo e disinvolto nell’utilizzo della macchina da presa tanto quanto del mezzo fotografico, in una consapevole osmosi di linguaggi e tecnicismi. Il progetto è stratificato e segnato da una lunga fase di acquisizione di dati reali cui segue un lavoro di sintesi e sublimazione. La voluta non titolazione di ogni singolo fotogramma suggerisce una lettura unitaria del ciclo, inteso come opera unica, un flusso emotivo che costituisce la realtà che Troilo intende svelare. «La mia fonte primaria è il cinema – afferma il fotografo – i miei scatti parlano la lingua della metafora, una metafora radicata nella realtà».

IL CASO
Giovanni Troilo è stato al centro di una polemica scatenatasi nell’ambito di uno dei più importanti premi fotografici mondiali, il World Press Photo. A Febbraio 2015 la commissione aveva deciso di premiare La Ville Noire, il lavoro del fotografo italiano sulla cittadina belga di Charleroi, assegnandogli il riconoscimento nella categoria Contemporary Issues. Un mese dopo il premio è stato però ritirato. L’artista è stato accusato di aver dato una falsa “caption” alla foto che rappresenta lo studio di un pittore. Il titolo sarebbe sbagliato perché riporterebbe in maniera errata il luogo dello scatto. La polemica è stata inizialmente innescata dal sindaco di Charleroi Paul Magnette, che ha parlato di misrappresentazione della sua città. Dal canto suo Troilo ha replicato facendo presente che, seppur il provvedimento sia ineccepibile secondo le regole del concorso, contrasta tuttavia con le scelte fatte negli anni passati, quando un errore in una “caption” non aveva implicato il ritiro del premio. Ma il premio, sebbene il suo lavoro sia di indiscusso valore, non gli è stato riconsegnato.