Ennio Calabria e Fabio Donato protagonisti di due mostre a RomArt

Roma

Si avvicina RomArt, la biennale della capitale, e intanto si annunciano gli eventi collaterali presentati nell’ambito della rassegna. Tra questi, due importanti mostre, che serviranno a rendere ancora più completo il quadro di ricerca sull’arte contemporanea e sulla tradizione artistica italiana. La prima esposizione è dedicata a Ennio Calabria, artista e intellettuale italiano, conosciuto come un importante esponente del figurativismo europeo. La carriera di Calabria inizia negli anni ’50 e si afferma con le sue numerose partecipazioni alla Quadriennale di Roma. Negli anni ’60, l’artista fa parte di una cerchia di artisti ben noti al panorama artistico europeo, tra cui Renzo Vespignani, Ugo Attardi, Fernando Farulli, Piero Guccione e Alberto Gianquinto. Nel 1964 prende anche parte all’Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia. Da allora sono state tante le personali a lui dedicate e le sue opere sono conservate in importanti collezioni private e raccolte pubbliche. Dal titolo Visioni, fantastiche trame dell’invisibile la mostra romana mostra al pubblico “la sua sintassi e grammatica aperta a tutti – come la definisce Francesco Gallo Mazzeo, curatore della mostra – che ciascuno può compitare, se riesce ad entrare nel labirintico mondo Calabria abita, con leggerezza quasi metafisica, spinto in alto, verso un’infinita contemplazione, ma con i piedi sempre a terra”.

Accanto a questa mostra, sarà possibile visitare un’esposizione dedicata alle opere di Fabio Donato, fotografo e docente di Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. La sua sperimentazione del linguaggio artistico ha dato vita negli anni a opere che sono il frutto della contaminazione tra diverse discipline e collaborazioni, con il teatro, con registi e artisti famosi. I suoi scatti assomigliano molto a sequenze cinematografiche a scenografia fissa, con soggetti o oggetti che la attraversano. «Sperimento il mio linguaggio col disorientare il pubblico. Il fine è produrre pensieri», dice l’artista in un’intervista. Ma la sua sperimentazione è ancora influenzata dal suo viaggio in India, negli anni Settanta, che apre una finestra su nuove analisi stilistiche e nuove ricerche. Il titolo della mostra, Immaginario, invenzioni e storie di vita, sintetizza proprio il fine della mostra, di ripercorrere la sua carriera e gli eventi salienti che hanno influenzato il suo lavoro.

Info: www.romart.org

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