Studiare a scuola, insieme ai Promessi Sposi, anche i testi delle canzoni di Renato Zero come Il Carrozzone, I migliori anni della nostra vita, Cercami o Il cielo. Il grande cantautore romano ha già sperimentato questo nuovo modello educativo per i ragazzi, proposto anche dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che, pochi giorni fa, ricordando Lucio Dalla ha illustrato l’opportunità di studiare nelle scuole i testi dei grandi cantautori italiani. Oggi, infatti, l’artista ha premiato i vincitori del concorso Zero in letteratura, legato alla prima grande mostra antologica sul cantante allestita alla Pelanda del Macro di Testaccio, aperta fino al 22 marzo e già visitata da oltre 50mila persone. Il concorso ha visto gli studenti delle scuole romane confrontarsi proprio con i testi di Zero per interpretarli in elaborati scritti o in opere di arte visiva (disegni, dipinti, video). «Franceschini – ha detto il cantautore – ha detto una cosa sacrosanta a casa di Dalla. E spero che ci si arrivi. Noi con questo concorso abbiamo fatto un primo passo che ci ha aperto gli occhi su una realtà che è migliore di quella che tante volte ci dipingono. Questi ragazzi hanno fatto delle cose bellissime e hanno interpretato in maniera personale e a volte illuminante alcune delle mie canzoni».
La premiazione è stata per Renato anche l’occasione per parlare della mostra Zero, la prima grande retrospettiva allestita su di lui da metà dicembre a Testaccio e aperta ancora per un paio di settimane, che finora aveva vissuto da grande assente senza rilasciare interviste. «Hanno fatto una cosa stupenda – ha detto – un percorso nel mio lungo viaggio artistico in cui mi associano, con mia grande soddisfazione, ad artisti come Fellini, Pasolini, Tim Burton. Insomma non potevo chiedere di meglio. Sono più che felice».