Mauro Pallotta, in arte Maupal, lo ha rifatto. Ha realizzato un’opera di Street art a Roma, in via dei Quintilli, al civico 148. Si tratta di un’altra delle sue intuizioni che sfociano nella satira. Questa volta è una Lupa, simbolo capitolino, che si morde la coda. La sua creazione artistica, quindi, punta il dito contro l’amministrazione comunale, disegnandola come se fosse persa in un circolo vizioso di inerzia, corruzione e incapacità a mantenere le promesse. Lo ammette lo stesso artista in una nota in cui scrive: ”Forse perché la lupa capitolina non può (o non vuole) più permettersi il latte per i suoi piccoli, forse perché è la prole ad essere disillusa da una madre assente, i gemelli Romolo e Remo sono costretti ad allontanarsi da Roma e inseguire un futuro altrove. E lo ricercano con viaggi low cost per Londra, Parigi, Dublino e per tutte quelle città a cui sempre più giovani e meno giovani #esodati affidano i propri sogni e titoli di studio, animati dalla sola aspettativa di ricevere considerazione e riconoscimento”.
Maupal ritorna a far parlare di sé dopo aver realizzato, un anno fa, il disegno dal titolo Super-Pope, ovvero Papa Francesco in versione supereroe, a Borgo Pio, immediatamente rimosso. Questa volta, invece, si tocca una tematica ”profonda e non banale quindi – aggiunge l’artista – alla lettura polemica si affianca un’apertura alla positività e alla possibilità, previa volontà dell’amministrazione capitolina: è lo Stato l’unico che può cambiare il corso della storia, sta a Roma arrestare questo circolo vizioso e mantenere le proprie promesse”. E a quali promesse si riferisce Maupal? Molte. Una sicuramente: quella di adibire uno spazio in città alla ricreazione di Super-Pope, come promesso dal sindaco Ignazio Marino un anno fa in occasione dello smantellamentop dell’opera. Pallotta però non si dà per vinto e continua la sua missione artistica nella cornice del quartiere popolare del Quadraro, resa possibile grazie al progetto M.U.Ro. Una querelle privata? Un conflitto di interessi dell’artista? Ci sarà anche chi la penserà così. Ma in molti continueranno a considerarlo un nuovo Pasquino della città di Roma.