Inizia il 25 febbraio Arco Madrid, la fiera d’arte contemporanea più importante della penisola iberica. Se Arte Fiera di Bologna quest’anno ha aperto le porte al Middle east asiatico, Arco ha scelto invece come ospite d’onore la Colombia, che ha portato con sé a Madrid una delegazione di tantissimi artisti, ripartiti in diversi spazi della fiera, tra cui una sezione speciale Arco Colombia che ha coinvolto ben 10 gallerie del paese. Una vera e propria invasione di artisti emergenti e già affermati che però presentano tecniche e tematiche diverse, con un unico filo conduttore: una lettura del territorio colombiano. Per il resto più di 218 gallerie provenienti da 30 paesi differenti, tra cui l’Italia, presente con Cardi, Enrico Astuni, Continua, P420, Prometeo Gallery e Raffaella Cortese, nel programma solo show. Dopo un focus sul Messico nel 2004 e sul Brasile nel 2008, quest’anno sono gallerie di Bogotà, Mendellìn e Cali a farla da protagonista, tutte selezionate da Juan Gaitán, curatore colombiano-canadese della scorsa Biennale di Berlino e neo direttore del Museo Tamayo di Città del Messico. Si potrebbe affermare che Arco sia riuscita a sopravvivere alla crisi grazie ai suoi rapporti da sempre consolidati con l’America Latina e, d’altronde a confermarlo è lo stesso direttore della fiera, Carlos Urroz: «Era inevitabile rivolgere l’attenzione al Sudamerica. La fiera e la Spagna hanno sempre avuto rapporti profondi con il continente latinoamericano, un legame che si è rinnovato in seguito alla crisi economica, quando il mondo degli affari e l’arte sudamericana hanno preso nuovo slancio». Un panorama artistico, quello spagnolo, che per evitare il tracollo, ha cercato intelligentemente di succhiare linfa vitale dai suoi parenti oltreoceano. Il risultato, per il momento, sembra essere molto promettente. Una fiera-ponte, carica di colori che mancavano alle opere esposte ad Arte Fiera e di spunti freschi e innovativi. La stessa cosa avrebbe voluto fare la nostra fiera bolognese con i paesi asiatici anche se, forse, avrebbero dovuto prendere una posizione più netta. Insomma, gli spagnoli quest’anno hanno osato, dando un orientamento deciso alla fiera. Non resta ora che vedere come andranno le vendite e, se i collezionisti saranno ugualmente coraggiosi nei loro investimenti. Fino al 1 marzo: www.ifema.es/arcomadrid_01