La Biblioteca di Michelozzo, uno dei più prestigiosi esempi dell’architettura rinascimentale, riapre domani al pubblico fiorentino, dopo gli interventi di restauro e riqualificazione durati circa 14 mesi. Quella che i visitatori potranno osservare è una struttura molto diversa in molti particolari. A partire dalla pavimentazione, che è stata rifatta (presentava dei rigonfiamenti all’innalzarsi della temperatura). Sono stati, inoltre, realizzati interventi di impiantistica, condizionamento, rilevazione incendi e impianti elettrici. Aggiornato e migliorato anche l’allestimento. In fondo alla Biblioteca è stato allestito un polo di documentazione sulla miniatura. Oltre alle teche dove si spiega la tecnica e si mostrano gli strumenti necessari per questa arte, è stato collocato un touchscreen che consente l’esplorazione di tutte le carte dei codici miniati dall’Angelico, conservati nel Museo, e di quelli realizzati per il convento di San Marco tra il 1444 e il 1454, a spese di Cosimo de’ Medici, con la partecipazione, per la scrittura, di fra’ Benedetto, fratello dell’Angelico, e per la miniatura di Filippo di Matteo Torelli e Zanobi Strozzi, uno dei suoi più stretti collaboratori e seguaci.
Questo gioiello architettonico rinascimentale fu commissionato da Cosimo il Vecchio de’ Medici e realizzato all’inizio della seconda metà del XV secolo come parte integrante del complesso conventuale domenicano di San Marco, e oggi è inserito nel percorso storico-artistico e architettonico dell’omonimo museo.
L’intervento, ha spiegato la curatrice del restauro, Claudia Gerola, è costato complessivamente circa 150mila euro così ripartiti: 100euro euro per la parte impiantistica e il restauro, il restante per la risistemazione espositiva. «La Biblioteca di San Marco – ha detto il soprintendente ad interim per il Polo Museale Fiorentino, Alessandra Marino, che stamane ha presentato il restauro insieme alla direttrice del museo, Magnolia Scudieri – è uno di quegli spazi in cui si racchiude il senso stesso dell’Umanesimo: spazio raccolto e puro, segnato da una sequenza ritmica che costituisce quasi un paradigma dell’architettura prospettica; luogo deputato alla conservazione e allo studio, alla concentrazione e alla calma».