Negli ultimi tempi le opere dello street artist Blu non sembrano proprio essere baciate dalla dea fortuna. A Bologna, nella zona Bolognina, alcuni murales sono stati nel 2014 oggetto di atti vandalici da parte di alcuni esponenti di destra, in segno di protesta contro le attività del centro sociale. E già in precedenza, sempre a Bologna, le sue scritte più politiche erano state imbrattate dagli attivisti di Forza Nuova. Successivamente, era stato addirittura lo stesso street artist a coprire di nero alcuni suoi murales a Berlino, dando ai cittadini questa motivazione: «dopo aver assistito ai cambiamenti nell’area, ho pensato fosse arrivato il momento di cancellarli». In realtà, i graffiti, erano comunque destinati a sparire a causa della costruzione di un complesso edilizio. Agli inquilini non erano piaciuti i suoi murales e avevano tutti votato per la cancellazione. Successivamente l’artista ha assistito alla cancellazione, non da parte sua, ma dell’amministrazione, dei due personaggi bianchi e scheletrici che adornavano la casetta all’inizio del ponte San Donato a Bologna. Infine negli ultimi giorni si parla di un’altra opera a rischio. Si tratta del suo elefante, disegnato insieme a Ericailcane in via Zanardi. La causa è da rintracciare nel Piano operativo comunale che prevede di risistemare 31 aree dismesse in varie parti della città, tra cui questi immobile. Il murales è stato realizzato nel 2008 e ritrae due pupazzi che tengono al guinzaglio un elefante con il ventre aperto, tutti e tre dipinti di giallo. In attesa che si prenda una decisione definitiva, i cittadini si dividono in due parti, quelli che vorrebbero che l’opera fosse salvata e quelli che la vorrebbero vedere cancellata. Se, da un lato, il deterioramento dei murales, fa in qualche modo parte del processo artistico dell’arte urbana, dall’altro lato, è giusto non prevedere nessuna misura di salvaguardia per le opere di street art? Di certo, il destino di molte opere è già segnato, ma per molte altre si potrebbe ancora fare qualcosa.