Disturba il canocchiale ottico, si espone ai vandalismi e stride con i vincoli paesaggistici. Queste le motivazioni dei cittadini che protestano contro la ricostruzione del Teatro continuo di Burri nel parco Sempione. Per celebrare i cento anni dalla nascita di Alberto Burri, il grande interprete dell’arte contemporanea del Novecento, il comune di Milano mesi fa aveva dato il via ai lavori per ripristinare il Teatro continuo, la grande struttura con sei quinte, aperta alla libera espressione, progettata in occasione della XV Triennale di Milano. Ma molti cittadini residenti della zona hanno detto no. Non solo. Hanno creato un comitato e raccolto firme per impedire quello che definiscono un vero e proprio scempio. Si sono sentiti estromessi dalla discussione, accusano il comune di avere imposto in modo autoritario la decisione senza avere interpellato tutte le parti in causa. Le polemiche, insomma, si ripetono, come venti anni fa, quando il fronte dei ”puritani” determinò la fine di quell’esperienza così suggestiva regalata dall’intuizione dell’artista umbro. Addirittura le associazioni Comitato Parco Sempione, Comitato Parco Libero – Sempione Verde, Fondazione Ambiente Milano, Associazione Pro arco Sempione, azioniamo.org, Fondazione Perilparco, dopo avere sollecitato i consiglieri comunali e scritto al sindaco, hanno presentato un esposto in Procura, sostenuto da mille firme. Anche su Facebook è nato il gruppo che raccoglie gli oppositori.
Non solo, alla Procura della Repubblica, come si legge sul Giornale, viene chiesto anche di «valutare quale possa essere il ritorno pubblicitario per la fondazione Burri in termini di incremento di valore delle opere ancora alienabili» e «quale valore pubblicitario in termini di notorietà e incremento della clientela ne possa ricavare lo studio Nctm» (che finanzia la ricostruzione del teatro su disegni originali). Insomma oltre al danno, la beffa. Non solo si vorrebbe ostacolare la riconsegna alla città di un simbolo artistico e architettonico, ma si cercano speculazioni dietro al progetto della ricostruzione.
Per ora i lavori procedono e il comune di Milano non batte ciglio. Del resto Expo è alle porte, bisogna sbrigarsi. Ma il timore che la Procura possa sospendere i lavori resta.