22 progettiste provenienti da 17 Paesi, giudicate da una giuria composta da 10 donne, questi i numeri del premio ArcVision Prize – Women and architecture, presentato alla Triennale di Milano e giunto alla sua terza edizione, con l’obiettivo di valorizzare la figura della donna in architettura. Un’edizione che si lega all’iniziativa We – Women for Expo, il progetto lanciato da Expo Milano 2015 per creare una rete mondiale di donne per Nutrire il pianeta. Oltre a Daria Bignardi, ambasciatrice del progetto WE-Women for Expo, la giuria di quest’anno è composta dall’irlandese Yvonne Farrell, fondatrice dello studio Grafton Architects di Dublino, dal sindaco di Betlemme Vera Baboun, gli architetti Benedetta Tagliabue e Odile Decq, architetto del Macro, dall’attrice e scrittrice indiana Mani Ratman e Martha Thorne, direttrice del Pritzker Prize. La giuria internazionale nominerà la vincitrice il prossimo 6 marzo al centro ricerca Italcementi i.lab di Bergamo, che potrà partecipare a un workshop nei laboratori della società. «Pensate che a noi donne piaccia? No, eppure è necessario – così Odile Decq, ha spiegato l’arcVision Prize – Sono molte le donne architetto, più del 50%, ma se consideriamo quelle in posizioni top scendiamo al 10%. Questo premio è un passo per far capire che anche le donne sanno fare».