Un gustoso viaggio alla scoperta di come gli artisti, nella storia dell’arte, si siano confrontati con il bene più grande: il cibo. Dai rinascimentali Vincenzo Campi e Giacomo Ceruti, ai più contemporanei Daniel Spoerri e Andy Warhol, passando per i protagonisti del XX secolo De Chirico e Magritte: con una rassegna di oltre 100 opere, palazzo Martinengo a Brescia, apre le porte a una mostra extrasensoriale. A cura di Davide Dotti, Il cibo nell’arte, si presenta come un appetitoso menù suddiviso in dieci portate. A fare da antipasto immaginario, due tele tutte italiane esposte per la prima volta insieme: I mangiatori di ricotta e I mangiafagioli, opere cinquecentesche di Campi e primo approccio dell’arte italiana alla pittura realista. Nei Mangiatori di ricotta, in un ambiente tetro e rudimentale, tipico delle antiche locande, dei triviali popolani si raggruppano in allegria intorno a una corposa forma di ricotta. Una ricca cacciagione, pesci, crostacei, frutta e verdura prendono il sopravvento nella tela Cuoche in cucina di Martin de Vos dove, in linea con l’iconografia artistica rinascimentale, cibo e alimenti diventano veicolo per rappresentare ricchezza e prosperità di una famiglia abbiente.
Un’altra sezione dell’esposizione è dedicata alla frutta: in mostra è la prima natura morta della storia dell’arte che, al contrario di quanto si è soliti pensare, non è la Canestra di Caravaggio bensì Piatto metallico con pesche e foglie di vite del milanese Giovan Ambrogio Figino. Realizzato tra il 1590 e il 1594, si tratta dell’unico olio su tavola dell’artista rappresentante una natura morta dove il naturalismo e l’effetto di trompe-l’oeil, sottolineano la grandezza del maestro italiano. Invitanti agrumi di Sicilia dominano invece la scena nella tela seicentesca di Giuseppe Ruoppolo.
Seguendo il percorso nelle sale del palazzo lombardo, si intuisce come gli artisti italiani abbiano prevalentemente rappresentato i cibi delle loro terre d’origine: Pesce e agrumi prevalgono nei quadri dei napoletani, formaggi e salumi in quelli toscani, cacciagione e selvaggina nelle opere lombarde. Sfumature concettuali e caratteri ludici fanno capolino alle rappresentazioni del cibo degli artisti contemporanei: dalla rivisitazione in stile Pop del Cenacolo di Leonardo a opera di Andy Warhol, passando per i Tableau piège dell’eclettico Daniel Spoerri che presentano illusionisticamente quel che rimane di un pasto consumato nell’ormai lontano 1972, fino ad approdare alla spettacolarizzazione del banale e teatralizzazione dell’effimero nelle eccentriche sculture di Bertozzi&Casoni. A concludere il percorso espositivo è la Piramide alimentare, istallazione realizzata per l’occasione dalla scultrice Paola Nizzoli. Con Expo alle porte dove a fare da padrone è il tema Nutrire il pianeta, energia per la vita, file rouge a palazzo Martinengo, fino al 14 giugno, è lo sposalizio tra cultura artistica italiana e tradizione eno-gastronomica, arti figurative e alimentazione.
Fino al 14 giugno; palazzo Martinengo, via Trieste 17; Brescia; info: www.bresciamostre.it