Si apre oggi a Grasse, nel sud della Francia, il processo contro l’ex elettricista di Pablo Picasso, accusato dagli eredi del pittore di ricettazione per essersi appropriato indebitamente di 271 opere dell’artista, di un valore complessivo stimato a 60 milioni di euro. Si chiama Pierre Le Guennec, è un elettricista in pensione che tra il 1970 e il 1973, anno della morte di Picasso, ha lavorato in varie residenze dell’artista. Oggi conserva le opere, che non sono firmate né datate, da 37 anni, sostenendo che fu il maestro a regalargliele, ma gli eredi non gli credono. Lui e la moglie Danielle, entrambi settantenni, dovranno spiegare ai giudici come sono entrati in possesso di una tale quantità di oggetti d’arte, conservate nel garage della loro casa a Mouans-Sartoux, nelle Alpi-Marittime. Nel processo a loro carico, si sono costituiti parte civile i figli del pittore, Claude Picasso, amministratore della Picasso administration che gestisce li diritti dell’opera del padre, Paloma Picasso, Maya Picasso, e Catherine Hutin-Blay (figlia dell’ultima compagna di Picasso Jacqueline), oltre ai nipoti, Marina e Bernard.