La giovanissima fotografa australiana Sarah Bahbah entra nelle stanze di amici e conoscenti per fotografare un rituale intimo e privato: mangiare nudi a letto.
Raised by the wolves è il titolo del tuo blog ma è anche un nome d’arte, ha a che fare con le tue origini?
«Raised by the Wolves è un’analogia che ho usato in passato per descrivere me stessa nel diventare una donna indipendente, lontano dalle persone da cui sono sempre stata circondata. Quando ho aperto il mio blog, nel 2010, ho scritto una spiegazione sul ragionamento che c’è dietro».
Raccontaci qualcosa della tua vita e delle tue esperienze professionali: come hai iniziato a fotografare e quanti anni hai?
«Ho 23 anni e ho iniziato a giocare con la macchina fotografica sette anni fa, quando mia sorella acquistò una Nikon D80 per il suo corso universitario. Da allora mi sono lanciata in vere e proprie avventure quotidiane per imparare da sola come usarla in modalità manuale. Quando ho capito come funzionava, ho deciso di scattare i concerti dal vivo e mi sono proposta come fotografa per un festival chiamato Blues & Roots. Credo sia partito tutto allora. Così da un’esperienza divertente, il mio lavoro è diventato un piccolo blog e poi, con gli anni, un percorso di carriera».
Nella serie Sex and takeout fotografi le persone in una condizione doppiamente intima: nudi e intenti a mangiare cibo da asporto, un elemento che entra nella composizione delle fotografie tanto quanto i soggetti, a tratti è predominante. Come è nata l’idea?
«Chiunque abbia fatto sesso e mangiato immediatamente dopo, l’ho fotografato! L’ispirazione per Sex and takeout è arrivata mentre viaggiavo per gli States con un vecchio fidanzato, ordinavamo un sacco di cibo cinese e divoravamo riso fritto e noodles dai contenitori da asporto di polistirolo, mentre guardavamo i Flinstones a letto. Ci siamo ritrovati a mangiare spesso cibo spazzatura, una volta abbiamo preso un Uber (ndr.taxi) all’una di notte solo per andare al Mc Donald’s e poi tornare a casa a guardare Breaking Bad fino a cadere distrutti. Quei momenti erano speciali per noi, eravamo solo noi due incuranti di tutto a mangiare qualsiasi cosa ci venisse in mente e nella condizione più naturale possibile, nudi l’una nelle braccia dell’altro. Volevo fissare quei momenti di intimità e debolezza creando e ricreando esperienze intime a cui tutti possono relazionarsi, che riguardano tutti anche la storia di una notte, quella tra due amanti o tra amici di sesso, oppure per il semplice piacere individuale, e l’ho fatto».
Il tuo account Instagram ha più di sessantamila fan, i tuoi fan si ritrovano in quello che racconti e amano le tue immagini perchè sono schiette e vagamente generazionali?
«Il mio obiettivo è di stimolare la nostalgia o il desiderio con la mia fotografia, attraverso esperienze vissute o desiderate da me in prima persona. Per me è molto importante che le persone entrino in relazione con i miei scatti attraverso i sentimenti».
I social media hanno cambiato il contatto del pubblico con il lavoro artistico oe con l’artista stesso. Hai mai incontrato i tuoi follower dal vivo, magari mostrando i tuoi lavori in una mostra collettiva o personale?
«Devo ancora esporre i miei lavori, ho in programma di farlo presto. Invece ai festival musicali, negli anni, ho conosciuto molti fan».
Sex and takeout non è l’unica serie di nudi all’interno del tuo lavoro: cosa ti piace del nudo?
«La forma umana. Credo che la nostra energia sia sufficiente a ricaricare una centrale elettrica. Provo a riflettere questa energia nelle mie fotografie, scattando persone nude. Specialmente nudi spontanei».
È porno secondo te?
«Mi piace pensare che Sex and takeout sia più raffinato del porno».
Hai un artista a cui ti ispiri?
«Il fotografo francese Theo Gosselin, è lui la mia ispirazione».
Info: http://instagram.com/raisedbythewolvesau