Berta#TalentPrize2014

Sette anni a scandagliare le cavità inesplorate del contemporaneo. Per cercare un’alternativa. Senza seguire una strada retta, abbiamo percorso deviazioni il più delle volte fortunate. Anche quest’anno, come i sei precedenti, il Talent prize segue questo percorso. Quindici artisti: un vincitore, nove finalisti, cinque premi speciali e l’Atelier Wicar i protagonisti della mostra che dal 14 al 29 novembre è ospitata alla Casa dell’Architettura e ai quali abbiamo interamente dedicato il nostro prossimo numero. Ve li presentiamo brevemente, uno al giorno, in modo che anche voi possiate giudicare ciò che abbiamo trovato nelle nostre deviazioni. Perché si sa, non c’è retta via senza un’alternativa.

Non tutte le linee sono confini, non sempre c’è un al di qua distinguibile dal suo al di là, come cantano gli angeli nelle Elegie Duinesi di Maria Rilke, gli umani fanno l’errore di un troppo saldo distinguere. Là dove le onde del mare battono sulla spiaggia un confine non c’è, rimane una traccia di qualcosa che è appena passato e già non è più. La forma della curva, che un gruppo di persone cerca di seguire con i propri passi, si spezza di continuo, persa nella risacca. Sulla retta via (on the straight and narrow) è il video di un’azione collettiva che rimane un tentativo, il confine si può solo tracciare, non definire. E alla traccia appartiene la sua cancellazione. L’andare delle persone, dall’alto, appare disarmonico, goffo, sembrano profughi che dopo molti mesi in mare non trovano più un punto di equilibrio sulla terraferma. Filippo Berta ci dice che un equilibrio è impossibile, non c’è una retta via, ma orme di piedi incerti, strascichi di onde e scie di acqua. Il bagnasciuga diventa metafora della precarietà dei confini che l’uomo cerca di porre tra la sua interiorità e la società onnipervasiva in cui è stato gettato. L’interesse dell’artista per le relazioni sociali prende vita in opere assolutamente suggestive: qui c’è quell’eccedenza di senso che permette all’arte di lasciare una traccia, la poesia dell’opera rimane nel tempo, anche quando i suoi confini sfumano nel ricordo. (Testo delle curatrici della mostra Alexandra Russi e Arianna Ioli)

Per tutti gli artisti del Talent Prize 2014

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