I palloncini gonfiati di Chatò

Cosa è successo allo Chateaubriand? Il liceo francese di Roma è veramente un covo di bulli, razzisti e neofascisti? Con i problemi che viviamo di questi tempi le vicende della scuola pubblica francese di Roma avrebbero dovuto essere ben poca cosa. E invece è scoppiato il putiferio. I ”ballon d’essai” erano dei palloncini lanciati in aria prima di far decollare le mongolfiere per capire dove tirasse il vento. Il supposto scandalo di ”Chatò” indica una direzione precisa e cioè che la crisi dell’editoria sempre di più spinge i giornali a montare scandali anche quando non ci sono. Per vendere due copie in più si è anche disposti a infangare l’immagine e il lavoro di migliaia di ragazzi che si vedono dipinti e descritti per come loro sanno di non essere. Un ennesimo, triste segno della stagione che stiamo vivendo. Ho moglie francese e, di conseguenza, tre figli che frequentano Chateaubriand. Da dieci anni con loro vivo e frequento la scuola. Non mi risultano in alcun modo presenze di bulli, razzisti e deficienti vari in misura superiore a qualsiasi altra scuola. Sul caso oggetto dello ”scandalo” alunni, insegnanti e genitori del resto sanno cosa è successo: una deprecabile ma semplice rissa tra studenti. Bastava parlare con i ragazzi, leggere gli sms degli interessati (che girano sulla rete copiosamente), per capire che si trattava di un episodio da sanzionare come quegli episodi di violenza e di bullismo che si verificano in tutte le scuole del mondo. Né di più né di meno. Per capire l’atmosfera di questa scuola bastava leggere su facebook quel che hanno scritto Anita Cocciante e i suoi ex alunni. E invece si è gonfiato il palloncino perché la stampa di oggi non poteva non tuffarsi su un brodino mediatico ricco di ingredienti prelibati: la scuola internazionale, il figlio del console, la buona borghesia, i vip. Ai ragazzi e agli insegnanti di ”Chatò”, comprensibilmente amareggiati, dico di prendere questa bufala in salsa francese per quello che è e di continuare a godersi una istituzione seria, nata come residenza di artisti, cresciuta come un luogo di incontro tra gente e culture diverse, affermatasi, pur con tutti i limiti e i problemi di una scuola contemporanea, come un centro di formazione il cui orizzonte supera il Grande Raccordo Anulare. Il resto sono palloncini gonfiati che presto si sgonfieranno.