Tutela del patrimonio culturale, parla Roberto Colasanti

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Ricettatori di opere d’arte, trafugatori di tombe antiche, ladri professionisti e falsari. Sono questi i principali bersaglidel reparto Tutela patrimonio culturale dei carabinieri, alla cui guida c’è il tenente colonnello Roberto Colasanti. Un vero e proprio team composto dai cosiddetti monument’s men, che si affidano, oggi, alle tecniche più sofisticate per difendere il nostro prezioso tesoro artistico nazionale. Oggi l’agenzia stampa Il Velino ha dedicato uno speciale proprio a questo argomento, con una lunga intervista, firmata da Michele La Marca, proprio a Colasanti, sotto la cui responsabilità c’è anche la Banca dati online, che a partire dal 2004 ha di fatto rivoluzionato la gestione e l’attività investigativa dei carabinieri del Tpc. Colasanti, tra le altre cose, avverte: «Gli ultimi dati parlano chiaro: i furti continuano a diminuire (-24% nel 2013), ma aumentano gli scavi clandestini scoperti (+32%) e soprattutto il mercato del falso. Un’attività, quest’ultima, attualmente fiorente, molto sensibile verso gli artisti da prendere di mira: vuoi per la richiesta, vuoi per il valore di vendita delle opere falsificate. Presuppone una vera e propria filiera organizzata, che si occupa sia della produzione che della certificazione (falsa), perché alla fine, chi compra, lo fa a prezzi autentici. Nel 2013 il Tpc ha registrato un aumento del 35% di persone denunciate per questo reato».

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