L’arte è entrata nel Post internet, seconda Angela Vettese

New York

Dietrofront, web e arte non vanno d’accordo, o meglio web e mercato dell’arte. A scrivere sul tema è Angela Vettese nelle pagine del Sole 24 Ore che prende in prestito le riflessioni di Omar Kholeif curatrice di una pubblicazione intitolata: You are here , Art after the internet. L’idea che la rete avrebbe potuta cambiare le regole dell’arte, o scardinarle in qualche modo sembra defunta: «Quella beata utopia oggi – scrive la Vettese – è erosa dal modo in cui ci cambiano Facebook, YouTube, Tumblr eccetera. Non a caso le ultime mostre d’arte significative, da Documenta13 e la Biennale veneziana del 2013, hanno ignorato la presenza del digitale e della rete. Ci sono stati anni in cui si è parlato molto di net.art, ma in effetti pochissimi degli artisti coinvolti hanno saputo raggiungere un pubblico vasto». Dopo una rapida ricognizione a cavallo fra arte e web il critico tira le sue conclusioni: «Si conferma quindi ciò che è accaduto con l’arte cinetica o con il video: affinché una tecnologia entri nell’arte, deve superare il momento di massimo sviluppo e porsi come acquisita se non obsoleta: è allora che iniziano a manipolarla anche i poeti, che individuano e descrivono il modo in cui ci ha cambiato».