Le mostre e gli eventi temporanei sono da anni pratica privilegiata dagli artisti che cercano di instaurare un dialogo diretto con la popolazione del luogo in cui sono chiamati ad operare. L’attenzione si sposta dunque sul “processo di creazione” come momento di partecipazione o, come suggerisce Derrida, luogo di “coabitazione”, di apertura all’«estraneità dell’estraneo». Sostiene Vattimo che “i linguaggi e i generi artistici” non possono essere considerati dei “sistemi raffigurativi poiché se così fosse si lascerebbero sfuggire i tratti complessi del mondo e della vita vissuta”. Si pone, dunque, l’esigenza di “mettere in discussione la pura valenza ‘estetica’” e di “prenderli sul serio come eventi, rifiutandosi di ridurli a ‘immagini di immagini’”.
Promosso dall’associazione no profit Parking 095, il progetto Vernice – da un’idea di Donatella Giordano co-curata e sviluppata insieme alla sottoscritta – si pone come un intervento discreto ma dirompente. L’adesione degli artisti avviene per mezzo di un’applicazione telefonica che consente la registrazione delle chiamate in forma di monologo. L’assenza di risposta attribuisce al pubblico il ruolo di interlocutore, che si relaziona – come fa l’autore – con lo spazio, vuoto e in disuso. Le voci irrompono nelle sontuose e decadenti sale di Casa Majorca accompagnando lo spettatore alla scoperta di un luogo che attraverso l’architettura e la decorazione parla della sua storia. Al progetto hanno aderito gli artisti: Giovanni Albanese, Fabrizio Basso, Iginio De Luca, Emilio Fantin, Felice Levini, Giancarlo Norese, Tiziana Pers, Cesare Pietroiusti, Gianni Pioventini, Luigi Presicce, Delphine Reist.
L’operazione, oltre a sottolineare l’abbandono abitativo del centro storico, la massiccia emigrazione e l’abusivismo edilizio che caratterizzano la città di Favara, pone l’attenzione sul presenzialismo delle inaugurazioni d’arte. L’opening, forse l’unico evento sociale in cui il mondo dell’arte si ritrova e in cui l’opera d’arte dovrebbe rappresentare il fulcro della discussione, diviene spesso solo un pretesto per tessere relazioni di convenienza. Vernice intende costituire una piattaforma comune di scambio che parte dalle voci e dai punti di vista degli artisti aderenti al progetto, le quali disegnano una rete a più maglie dove il processo critico porta a punti di contatto e di messa in discussione, in un confronto aperto e senza filtri che, attraverso domande, risposte e incertezze, espone al pubblico la natura aperta dell’arte.
L’intervento situation-specific avverrà il 28 e 29 giugno all’interno di un palazzo baronale della città di Favara, denominato Palazzo Cafisi, di proprietà della famiglia Majorca, collocato in Strada Cafisi 17. Un palazzo dagli interni ottocenteschi con decorazioni sontuose che, come è avvenuto nel tempo anche in altri luoghi della zona, ha subito qualche danneggiamento a causa delle manutenzioni mai eseguite. Le stanze, presentate per la prima volta al pubblico nella sua nudità e nella sua essenza, lasciano al fruitore la libertà di muoversi in uno spazio vuoto ma colmo di segni, memorie e voci. Il pubblico come attore protagonista, responsabile del proprio territorio e di un futuro comune costruito sulle macerie di una storia avvenuta per delega attraverso decisioni non condivise.
28-29 giugno 2014 – Palazzo Cafisi-Casa A. Majorca, Strada Cafisi 17, Favara (Ag)