Mentre il mondo istituzionale dell’arte cade a pezzi, o come nel recente caso del Macro a Roma, abbandonato dall’amministrazione, fa letteralmente acqua da tutte le parti, un ex salumificio occupato della periferia romana, in via Prenestina, il Maam, Museo dell’altro e dell’altrove di Metropoliz città meticcia, continua ad avanzare inarrestabile. Crescendo in traslato, come una cattedrale medioevale: dove ogni uomo trovava una dimora per il suo sogno e un ricovero per l’indigenza, e il popolo l’immagine ideale dell’unità. Proprio come la cattedrale descritta da Duby, Metropoliz è un luogo aperto, “un proclama pubblico, un discorso muto che si rivolge alla totalità” e trasmette il suo messaggio, attraverso la forza persuasiva dell’immagine. Così il Maam è cantiere multietnico, cui tutti in vario modo possono contribuire, offrendo: fermenti d’arte, idee, visioni, mano d’opera, progetti concreti, presenza, sostegno morale e perché no, economico (la galleria Mondo Bizzarro ha di recente finanziato un murale sulla Prenestina dello street artist brasiliano Kobra). Il Maam è “arte e cultura in movimento”, per questo ha ricevuto il premio Apai 2014; è “spirito al lavoro” che ferve di energie impiegate a corroborare l’organismo comunitario. «Forza tutti – come dice Giorgio de Finis che ne è il curatore – è il segreto del Maam». Così ha risanato altri ambienti interni, rivestendone la pelle – ormai preziosa – di nuove opere d’arte. Sono circa quaranta quelle realizzate in questi ultimi mesi e che si inaugurano il 22 giugno quando, in occasione della festa d’estate, il Museo dell’altro e dell’altrove aprirà le porte al pubblico.
Perché in questo museo che respira come un qualunque altro essere vivente, con tanto di testa pensante e di cuore, accorrono gli artisti di ogni generazione, affermati o emergenti, attratti in modo più o meno consapevole dall’anima creativa del luogo che fluisce libera e potente. Ecco allora fiorire capolavori come lo splendido murale Tempesta e assalto di Gianfranco Notargiacomo. Qui l’energia del gesto pittorico, col turbinìo di colori più chiari, coi lampi rosso fuoco e con gli inserimenti materici, elettrizza il fondo blu del simbolico mare. Oppure l’incredibile stanza Il Paese dei balocchi dipinta da Danilo Bucchi che suscita l’entusiasmo di Gianluca Marziani: «Hai fatto un intervento strepitoso. Lo scrivo qui, (sulla pagina fb dell’artista ndr) nero su bianco, senza remore». E ancora come Scala reale di Davide Dormino, 33 gradini in acciaio corten per la scala che conduce agli spazi abitati dei piani superiori. Opera di grande potenza simbolica è al tempo stesso «un vero lavoro di bonifica come l’arte dovrebbe fare», confida l’artista. Accanto, il lavoro in progress di Veronica Montanino, Ville monde # step 1 che incanta con i suoi fantastici cromatismi legati all’infanzia della memoria e ancora l’ironica Scala a chiocciola di Francesco Petrone che coniuga un delicato ma intenso impatto estetico. E le pareti di Angelo Colagrossi, Mauro Magni, Francesco Cervelli, le installazioni di Sara Bernabucci e Mariano Filippetta. Vincenzo Pennacchi, che nello spazio individuato ha trovato evidenti tracce della macelleria di un tempo, con l’opera Lavatoio spirituale Ri(e)voluzione intende «eleggere lo spazio da laboratorio della carne a laboratorio dello spirito», come egli stesso afferma. Tema analogo nei 30 metri dipinti dagli artisti spagnoli Gonzalo Orquin e Pablo Mesa Capella, in un inedito duo che «pittoricamente fa prendere il volo a diciassette suini di enormi dimensioni, capaci di riscattare nell’ascensione finale di un paio di loro – con evidente metafora – ogni umana e disumana condizione di cattività e sofferenza», scrive De Finis che segue la curatela dell’opera dal titolo Emaamcipazione e della rassegna di cui fa parte: Pink pop pig, in cui figurano le opere di Nicola Alessandrini, Paolo Bielli, Mauro Cuppone, Epvs, Lara Pacilio e la performance di Maurizio Savini e Rikka Vainio: Domestic forest. Gli interventi site specific di Hadeel Azeez, Despina Charitonidi, Arash Irandoust sono invece realizzati al Maam nell’ambito del progetto Shifting role Set art lab #2 //home, a cura della sottoscritta con Helia Hamedani che scrive: “I tre artisti appartengono a tre paesi differenti, benché geograficamente vicini. Iraq, Grecia, Iran, con tre accenti diversi affrontano il tema di Home. Hadeel Azeez (irachena) traccia l’idea interiore e l’indentitaria della casa con il corpo-volto umano su una porta scorrevole. Despina Charitonidi (greca) coinvolge nel suo progetto i bambini abitanti del luogo e con la loro collaborazione costruisce una casetta per i piccoli cittadini di Metropoliz. Arash Irandoust (iraniano) con un’opera site specific alquanto poetica, ribalta letteralmente e concettualmente l’idea di casa”.
Ma la grande novità della festa d’estate del 22 giugno consiste nella maratona dedicata all’arte performativa: Ginnastica della visione. Festival della performance nomade. È un progetto di Paolo Angelosanto pensato per il Maam e voluto da Giorgio de Finis e Silvia Litardi, un incontro e un confronto tra artisti attivi nel campo delle arti visive, diversi per personalità, formazione e appartenenza, ma uniti dall’interesse comune per l’attività performativa nel suo duplice aspetto di pratica individuale e di relazione insito nella Performance art. Nato a Setup nel 2013, il festival cresce con questa tappa romana per poi spostarsi a Ptuj in Slovenia per Art stays festival 2014. Gli artisti presenti saranno: Teatro Alchemico (nella foto), Paolo Buggiani, Eleonora Chiesa, Nhandan Chirco, Tiziana Contino, Pino Grilli, Natasa Korosec, Andrea Martinucci, Sergio Racanati, Filippo Riniolo, Anton Roca, Mauro Romito. La manifestazione ha lo scopo di porre l’attenzione sulla pratica della performance, gli artisti si misurano con pratiche differenti in una staffetta di azioni live no stop che avranno sempre come protagonista il corpo. “Con questo passaggio di testimone da artista ad artista – scrive Angelosanto – si vuole porre simbolicamente l’accento e soprattutto far riflettere sul ruolo dell’artista performativo oggi in Italia».
Emaamcipazioni, Maam, Museo dell’altro e dell’altrove di Metropoliz città meticcia, via Prenestina 913, Roma, festa d’estate domenica 22 giugno.