I due quotidiani straneri, The Guardian e Washington Post hanno vinto il premio Pulitzer nella categoria Servizio pubblico grazie alla copertura dello scandalo del Datagate, provocato dalle rivelazioni della talpa Edward Snowden in merito ai programmi di sorveglianza di massa dell’agenzia di sicurezza Usa, la Nsa. I diciannove membri della Pulitzer Prize Commission della Columbia University, spiegano di aver premiato chi «ha rivelato il programma segreto di sorveglianza di massa portato avanti dall’Agenzia per la sicurezza nazionale, con articoli autorevoli e perspicaci che hanno aiutato il pubblico a capire come queste informazioni si inserivano nel quadro più ampio della sicurezza nazionale». Il premio è dato, in generale, alle testate e non ai singoli giornalisti, in ogni caso il lavoro specifico è stato condotto da Barton Gellman del Washington Post e da Glenn Greenwald e Ewen MacAskill del The Guardian, insieme alla filmaker e giornalista Laura Poitras che ha lavorato con entrambi i quotidiani. Un premio dal grande significato politico, che ha ricevuto numerosissime critiche da parte del governo americano e inglese, e che segna un punto di svolta sui limiti del diritto di cronaca e su quelli che sono imposti dalla sicurezza nazionale. Il direttore del NewYorker, David Remnick, dopo la proclamazione dei vincitori, ha esclamato: «Questo premio è l’epitome, la sintesi più alta, di cos’è il giornalismo di qualità e di cos’è il servizio pubblico del giornalismo».