In una lettera al Corriere della sera, Andrea Carandini, presidente del FAI (Fondo Ambiente Italiano), denuncia il modo in cui è gestita e curata la villa di Catullo sul lago di Garda. Datato al I secolo d.C. il complesso, noto anche come Grotte di Catullo è situato sull’estrema punta del promontorio di Sirmione. Purtroppo però questo fantastico posto è solo uno dei tanti esempi dell’incapacità di dare valore al nostro patrimonio culturale. Per dare alcune cifre, la Soprintendenza dispone soltanto di trentamila euro per mantenere l’intero complesso, corrispondente a un terzo del necessario. La villa, però, incassa ogni anno ben 450 mila euro di biglietti. Dov’è l’errore? La guida dell’edificio, poi, viene venduta soltanto dal giornalaio e dal bar che si trovano lì davanti, per giunta chiusi nella stagione invernale. I pieghevoli stampati sono finiti e sono disponibili soltanto online, perchè i pochi fondi sono destinati ad altro. Aggiungiamoci una pubblicità inesistente e il quadro è completo. Quanti monumenti e luoghi storici dovranno ancora fare questa fine?