Pompei, è allerta. Via ai controlli speciali antifurto e anticrollo

Roma

Poco fa è arrivato l’ok della Corte dei Conti al decreto di nomina del direttore generale del Grande Progetto Pompei, Gianni Nistri, e del vice direttore vicario Fabrizio Magani. Non solo. È arrivato anche il via libera sul programma straordinario e urgente di interventi conservativi di prevenzione, manutenzione e restauro. Il decreto, si apprende da una circolare pubblicata dal capo di gabinetto del Mibact Giampaolo D’Andrea, è stato regolarmente registrato dalla magistratura contabile in data 29 gennaio 2014 al n.218. Il provvedimento con le nomine dei responsabili del Grande Progetto Pompei era stato firmato dall’allora presidente del consiglio Enrico Letta, su proposta dell’allora ministro di beni culturali e turismo Massimo Bray, il 27 dicembre 2013.

Alla riunione di oggi hanno preso parte, oltre al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, anche il soprintendente Osanna, il direttore del Progetto Pompei Nistri, il direttore generale per le antichità Malnati, il segretario generale del Mibac Recchia, il capo di gabinetto del ministero D’Andrea e il comandante dei carabinieri tutela del patrimonio culturale Mossa. L’incontro era stato annunciato dal ministro proprio ieri pomeriggio, dopo l’avvio delle indagini relative al furto clamoroso dell’affresco raffigurante la dea Artemide che adornava la domus di Nettuno a Pompei, sulla strada consolare.
La scoperta dell’asportazione sarebbe avvenuta circa una settimana fa ma non ci sono certezze sulla data in cui sarebbe stato materialmente compiuto il furto, dato che la domus di Nettuno è chiusa alle visite e i controlli su di essa non sono regolari. La notizia non era stata immediatamente diffusa su indicazione degli investigatori che speravano così di favorire un passo falso dei ladri. Per identificare questi ultimi anche le immagini dell’impianto di videosorveglianza degli scavi potrebbero essere inutili, dato che l’area dove è avvenuto il furto non è coperta dalle telecamere. In un primo momento era stata vagliata, poi scartata, l’ipotesi che l’affresco fosse stato staccato per essere restaurato, ipotesi suggerita dall’estrema perizia con cui era stato asportato.