Teatro Valle. Renzi: «Non è il modello di cultura che mi piace»

Roma

Non è stata una giornata all’acqua di rose quella di ieri per gli occupanti del teatro Valle. Finiti al centro delle cronache per due notizie: la prima, più importante, è che il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha espresso il niet definitivo per la costituzione della fondazione Valle per il bene comune, escamotage pensato dagli occupanti per diventare ”proprietari” del teatro: «La disponibilità della sene in via del teatro Valle non risulta provvista di alcun titolo giuridico di proprietà o di godimento dei beni in questione» è la motivazione. La replica: «Il teatro resta di proprietà del demanio – dicono dal Valle – la proprietà di un bene è cosa diversa dall’utilizzo che se ne fa». Al momento, quindi, il teatro resta in mano agli occupanti ma formalmente il loro status di occupanti resta invariato.

Non solo. Ieri il futuro presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato, da Firenze, del Valle come modello negativo del fare cultura: «Il Valle era nelle stesse condizioni del Pergola di Firenze, che grazie all’intervento del comune oggi ha una propria produzione». «Noi – replicano dal teatro – abbiamo un’idea diversa della cultura. Il nostro è un progetto di cultura di qualità per tutti e a costi non alti, in cui si rivoluziona il rapporto di sudditanza tra istituzioni e società civile».