Quando a cena si va al museo

New York

Sono finiti i tempi in cui i musei offrivano solo spuntini scadenti degni di un mediocre coffee shop. Questo è quanto emerge dall’interessante articolo pubblicato da Repubblica. Sembra infatti che tra gli americani si sia diffusa la moda di cenare al museo: i newyorkesi vanno a pranzo e cena tra le sale espositive perché proprio lì spuntano i posti giusti e gli imprenditori si danno da fare affinché rimangono soddisfatti. La NewYork Historical society, per esempio, ha appena completato una ristrutturazione da 60 milioni di dollari con un ottimo ristorante, il Caffè storico. Patròn del locale è Stephen Starr, un ristoratore che ha legato il suo nome al Buddakan e a Marimoto, celebri locali di Philadelphia. Starr, che alla Historical ha portato un menù ispirato ai cicchetti veneziani, ha puntato ora gli occhi sui giardini botanici di New York, dove presto aprirà un ristorante di qualità. A puntare sul cibo c’è anche il museum of Art and design. Al nono piano dell’edificio, che affacia su Columbus circle, c’è Robert’s, un ristorante con una vista mozzafiato su Central park che potrebbe permettersi di servire anche piatti mediocri. Mentre, in realtà, lo chef Brady Duhane punta sempre più in alto. «Per anni i ristoranti nei musei hanno approfittato del fatto che il pubblico non avesse scelta – sostiene Danny Meyer, acclamato nome della ristorazione newyorkese, a cui va il merito di aver portato per primo i menù di livello nei musei con The modern, un locale all’interno del Moma – prezzi alti e cibo pessimo se fra una mostra e l’altra si voleva fare uno spuntino o un pasto». Adesso invece i musei di New York sono diventati una vera attrazione gastronomica, consci del fatto che i luoghi d’arte attirano un pubblico colto già di suo abituato a una cucina più sofisticata. Al Whitney museum ha aperto invece il ristorante Untitled, sotto l’egida di chef Chris Bradley, mentre al Rubin museum, che raccolgie il meglio dell’arte himalayana, a farla da padrone è la cucina indiana subcontinentale. Se invece ci troviamo a Miami e stiamo visitando il Perez art museum, potremmo fare un salto al Verde, un bistrò che propone piatti biologici e utilizza prodotti organici della stessa Florida. Al museo d’Arte della contea di Los Angeles ha apero, da pochi giorni, Ray’s, locale che il Los Angeles Times ha definito «una festa dei cinque sensi». È sempre New York però ad avere idee innovative e di tendenza. Al New museum ha aperto Hester street café, non un ristorante vero e proprio ma un locale di alto livello che offre prodotti gastronomici di alta quaità provenienti dalla vicina Hester street fair, una fiera del buongusto frequentata dai giovani della zona. Così, in questo modo, anche i turisti più scettici finiscono per visitare il New museum, proprio quelli cui non verrebbe mai in mente di metterci piede.