Asta Miró, Christie’s si ritira

Lisbona

La decisione del governo lusitano di mettere in vendita le opere aveva provocato un’accesa polemica in Portogallo, dove più di 9mila persone avevano firmato una petizione su Internet per chiedere che rimanessero nel paese ad arricchirne il patrimonio culturale: lo stato portoghese sperava di raccogliere 35 milioni di euro, una cifra «ridicola», secondo il movimento civico ispiratore delle proteste. La controversia era arrivata anche in parlamento, dove l’opposizione di sinistra in blocco aveva censurato la scelta dell’esecutivo conservatore guidato dal premier, Pedro Passos Coelho. Le 85 opere erano proprietà del Banco portoghese de negocios (Bpn), nazionalizzata nel 2008 perché sostanzialmente fallita (uno dei maggiori scandali finanziari della storia recente del paese, con un impatto per l’erario di miliardi di euro). Malgrado ciò il patrimonio aveva avuto una vita tumultuosa, tanto che le opere non erano mai state esposte al pubblico e invece custodite nei sotterranei di una banca. Ma adesso a tirarsi indietro è stata Christie’s, poche ore prima dell’inizio dell’asta previsto per le 20 ora italiana: «Le incertezze legali create dalla controversia in corso» impediscono di «vendere queste opere con sicurezza», ha spiegato ancora un portavoce: «Abbiamo la responsabilità con i nostri clienti di assicurarci che la proprietà (delle opere) si possa trasferire senza problemi».

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