È morto l’artista Frederic Bruly Bouabré

Parigi

L’artista ivoriano Frederic Bruly Bouabré, inventore dell’alfabeto pittografico della tribù dei Betè, è morto ad Abdijan all’età di 91 anni. L’annuncio della scomparsa è stato pubblicato dal quotidiano francese Le Monde. Disegnatore e poeta, ha dedicato la sua vita alla catalogazione visiva del sapere umano partendo dalla lingua della sua etnia, i Betè. Dal 1989 Bruly Bouabrè ha avuto riconoscimenti internazionali, culminati con una mostra alla Biennale di Venezia del 2013. Nel 1993 le sue opere pittografiche sono state esposte a Berlino e Francoforte e da allora sono proseguite mostre nei maggiori musei del mondo, fino alla Tate Modern di Londra nel 2010. Suoi lavori sono stati esposti a palazzo Grassi a Venezia e in gallerie di Torino e Modena. Dalla creazione di un alfabeto universale formato da monosillabi, applicabili a tutte le lingue esistenti, la sua ricerca si è estesa attraverso il disegno. I suoi lavori hanno un formato ricorrente: si tratta di piccole scene e oggetti disegnate a penna e matite colorate con una cornice di testo che corre sul bordo. Sono segni che spiegano il mondo a partire dalla vita quotidiana (tracce sulle bucce di banana, sulle scorze di arancia, le forme delle nuvole…) o che raccontano tradizioni culturali e leggende del continente africano. L’opera dell’artista ivoriano è segnata da una curiosita’ enciclopedica, che ha ribattezzato se stesso Cheik Nadro, colui che non dimentica. Bruly Brouabrè si è proposto infatti di registrare, codificare e archiviare la conoscenza, in particolare quella legata alla tribù Betè di cui faceva parte. Al fine di fissare e tramandare il linguaggio e la cultura della sua gente, ha inventato un alfabeto pittografico della lingua betè composto da oltre 440 ideogrammi monosillabici. Nella sua opera, Bruly Bouabrè adatta il linguaggio visivo degli ideogrammi per esprimere un messaggio universale.