Il bello delle armi, lo svelano due artisti palestinesi

Ramallah

Sta diventando una tendenza, ma ad ogni modo è da salutare con entusiasmo. Fare opere d’arte con le armi, un bel messaggio di pace. L’ultima notizia arriva addirittura dalla Palestina: i resti delle armi e delle munizioni israeliane usate contro i palestinesi trasformate in opere d’arte. È l’idea di due artisti e attivisti palestinesi, Sami Musa e Mohammed Khatib, che hanno inaugurato al museo Mahmoud Darwish di Ramallah l’esibizione Chic-Art-Resistance. Un lavoro che parte dalla raccolta di resti di filo spinato e del muro di separazione costruito dagli israeliani, dalle munizioni o dal materiale usato dai manifestanti per proteggersi. Tutti elementi che sono poi stati trasformati in arte. «L’obiettivo del progetto – ha spiegato Khatib ad al Arabiya – è quello di integrararte, e la resistenza con l’arte. Queste opere d’arte esprimono la nostra sofferenza quotidiana. Abbiamo trasformato questi strumenti di morte usati da Israele contro di noi in strumenti che ci offrono speranza nella vita, nella liberazione e nell’indipendenza. Speriamo che questa forma d’arte stimoli le persone a partecipare alla resistenza popolare», ha aggiunto Khatib.

Non sono i soli. Proprio Insideart tempo fa aveva mostrato le opere di Goncalo Mbunda (leggi l’articolo cliccando qui) l’artista mozambichese che è diventato famoso grazie alla stessa intuizione. I lavori non sono niente male.