Conversazioni nomadi sulle borgate

Tra le strade del Pigneto, vivace e complesso quartiere della periferia sudest di Roma, si è tenuta il 4 dicembre una curiosa manifestazione dal titolo Walk show: Il Pigneto letto da Pasolini e Cerami. Piedi per terra e testa nel cloud, promossa dall’associazione culturale Urban Experience. Il Walk show, come spiega Carlo Infante, suo ideatore e principale interprete, è una forma di conversazione nomade volta a spingere i partecipanti a indagare un’idea di città disseminata, a riflettere in modo non istituzionale sul concetto di urbanistica e a cercare, tra le pieghe del tessuto urbano, tracce più o meno nascoste di una costellazione di storie minori. Il Walk show è in fondo un gioco governato da un’esile struttura gerarchica sempre pronta a essere sovvertita: un mediatore dotato di microfono e un pubblico dotato di una radioricevente e di cuffie passeggiano fisicamente alla ricerca dei luoghi esatti nei quali, nel 1961, Pier Paolo Pasolini ha girato il suo film Accattone (nell’immagine, il bar dei Ragazzi di vita in via Fanfulla da Lodi durante le riprese, ndr)Alla voce garbata del narratore si accompagnano, si mescolano e infine si sovrappongono frammenti audio del celebre film e passaggi di un’intervista a Vincenzo Cerami, scrittore e allievo di Pasolini, il quale riflette intorno al complesso rapporto di amore e odio che il suo maestro ha negli anni sviluppato proprio nei confronti di queste borgate.

I partecipanti, sollecitati a mettere in campo una forte dose di performatività, agiscono lo spazio urbano e si fanno a loro volta veicolo della narrazione collettiva, condividendo frammenti di storie e riflessioni proprio sulla condizione del vivere oggi la periferia romana. Del Pigneto emerge allora un ritratto controverso, quello di un quartiere profondamente multietnico, percorso da tensioni contrastanti e ancora sospeso tra la spontanea e violenta vitalità di una tipica borgata pasoliniana e i moderni quanto discutibili tentativi di gentrificazione. All’interno della pratica del Walk show assume un’importanza strutturale l’uso creativo e sottilmente poetico delle tecnologie offerto dagli smartphone, dai social network e più in generale dal web 2.0, che vengono qui utilizzati nel tentativo di costruire un archivio il quale raccolga le tracce di questi vagabondaggi urbani. Urban Experience utilizza da anni la pratica del Walk show declinandola in forme e modalità differenti a seconda dei contesti sociali all’interno dei quali si trova a operare.

Lo scorso settembre, a Borgo San Giuliano (Rimini), ha agito attivamente all’interno di Insieme fuori dal fango, festival culturale volto a rilanciare il gruppo editoriale indipendente Nda dopo che un’alluvione ne ha rovinosamente distrutto i magazzini. L’iniziativa, ideata da Massimo Roccaforte, direttore di Nda, è sorta da una condizione di assoluta urgenza ma ha costituito un’importante occasione per riflettere, con uno sguardo trasversale, sui problemi che gravano sul mondo della culturale indipendente italiana. I soggetti promotori dell’iniziativa, che il 4 dicembre si sono confrontati negli spazi della biblioteca Goffredo Mameli del Pigneto, pur provenendo da campi di azione differenti, quali la musica, l’editoria e l’arte, avvertono fortemente la necessità di produrre in modo condiviso una piattaforma che sia in grado di generare nuove politiche culturali. S’impone allora all’attenzione l’idea che, attraverso la creazione di una rete dei soggetti culturali, si possa instaurare un dialogo non antagonista nei confronti del sistema politico, volto a creare condizioni economiche e giuridiche più favorevoli alle produzioni culturali indipendenti ma significative. L’esperienza in progress di Insieme fuori dal fango testimonia così che quella della trasversalità, della rete dei soggetti culturali e del nomadismo sembra essere la strada da percorrere per sopravvivere in un paese nel quale le politiche culturali si presentano spesso come profondamente instabili o del tutto assenti. Info: www.urbanexperience.itinsiemefuoridalfango.blogspot.it