Calatrava presenta la sua mostra ai musei Vaticani

Roma

Modelli architettonici di stadi, teatri, di celeberrimi ponti, di chiese e cattedrali, ma anche i disegni preparatori, gli acquerelli, le sculture in bronzo, in legni durissimi, in marmo o alabastro: è un artista a tutto tondo quello che emerge dalla grande mostra che i musei Vaticani dedicano all’architetto spagnolo Santiago Calatrava, da domani al 20 febbraio al Braccio di Carlo Magno, in piazza San Pietro. In  questo momento di sta svolgendo l’evento di apertura della mostra (nella foto Calatrava, a sinistra, il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, e il direttore dei musei Vaticani Antonio Paolucci). La mostra è intitolata Santiago Calatrava. Le metamorfosi dello spazio, la rassegna propone oltre 140 opere dell’archistar, famoso nel mondo per le ardite soluzioni progettuali, giocate su equilibri capaci di sfidare le leggi della fisica. Un evento assolutamente da non perdere. La prima impressione premia inequivocabilmente il lavoro della curatela della mostra, affidata alla bravissima Micol Forti, direttrice della collezione di arte contemporanea dei musei Vaticani. Il percorso espositivo intende riassumere il  pensiero dell’archistar e quella convergenza di linguaggi espressivi che ne fanno un artista completo, appassionato com’è fin dalla giovinezza di pittura (che pratica quotidianamente) e scultura. La mostra si apre con il modello architettonico di una chiesa, quella greco-ortodossa di St. Nicholas a New York, progettata per Ground Zero, affiancato dai disegni ad acquerello che spaziano dagli studi dei mosaici e delle cupole di Santa Sofia a Istanbul allo schiudersi di una camelia, dall’arco disegnato dal peso di una foglia di palma al volto di Cristo, modello ideale per la Chiesa a pianta centrale. La torsione delle vele nel progetto per l’università di Tor Vergata e’ invece accostata ai dipinti di figure accovacciate accumunate da una stessa tensione dinamica. La verticalità delle Torri di Malmo o di Chicago si rispecchia nell’equilibrio instabile delle sculture in palissandro, mentre la riflessione sul volto umano trova compiutezza nelle rotondita’ dei marmi e degli alabastri e nella forma racchiusa dell’Opera House di Tenerife.

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