Addio a Martin Sharp, il pittore psichedelico

Sydney

La comunità artistica, da Sydney a Londra, piange la scomparsa di Martin Sharp, il pittore psichedelico simbolo della contestazione degli anni ’60 e ’70 che disegnò celebri copertine per album dei Cream (Disraeli Gears e Wheels of Fire) e scrisse testi per Eric Clapton. Con Richard Neville e Richard Walsh fondò l’irriverente (e pluricondannato per oscenità) mensile satirico Oz, prima a Sydney e poi a Londra. Fumatore accanito, Sharp è morto domenica sera a 71 anni nella sua casa di Sydney, soccombendo all’enfisema di cui soffriva da anni. Sin dai tempi della scuola Sharp ha trasformato in simboli di un’epoca immagini che possono sembrare banali o effimere – ricordano i critici d’arte sui quotidiani di oggi. Aveva un’affinità naturale con la cultura pop, come mostrano i suoi poster per Cream, Bob Dylan e Jimi Hendrix. I suoi artisti preferiti, De Chirico, Van Gogh e Hokusai, venivano regolarmente gettati nel mix, creando montaggi abbaglianti, a metà fra le gallerie d’arte e i fumetti. Nel necrologio pubblicato oggi su The Australian, Richard Walsh ricorda quando nel 1963 i tre amici escogitarono una specie di giornale goliardico che potesse essere venduto per strada e decisero di chiamarlo Oz (estrema abbreviazione di Australia). Walsh afferma che senza lo scioccante lavoro artistico di Sharp, Oz non avrebbe mai raggiunto la fama goduta per anni. La sua Gioconda topless è la più conosciuta delle sue copertine e i suoi raccontini satirici divennero enormemente popolari. Nel 1967 i tre decisero di raggiungere l’Europa via terra passando per l’India. Giunti finalmente a Londra, Sharp incontrò il chitarrista rock Eric Clapton e lo convinse a musicare e registrare dei versi che aveva scritto (Tales of Brave Ulysses), per i quali ha continuato a ricevere diritti d’autore per il resto della vita. Nel 1970 tornò a Sydney e per due anni si dedico’ a ristrutturare e decorare la sua celebre Yellow House, uno dei tanti tributi a Van Gogh, che presto divenne una comune di artisti, in cui ogni stanza era una creazione artistica. Aperta 24 ore al giorno, accolse migliaia di visitatori fra il 1971 e il 1973, quando chiuse. Con l’andare degli anni, Sharp si liberò dell’alcolismo e abbracciò alcune delle sicurezze di cui un tempo si beffava. Divenne anglicano praticante e ricevette l’onorificenza dell’Ordine d’Australia e una laurea onoraria dall’università di Sydney. Si battè anche contro la legalizzazione delle droghe ma non riuscì a liberarsi della dipendenza dal tabacco, che si è dimostrata fatale.