Inside #TalentPrize2013

Dove eravate rimasti? Alla notizia di Danilo Correale vincitore del Talent Prize 2013 con l’opera The future in their hands, the visible hand. Adesso arriva il bello. Il 16 novembre (fino al 30) alla Casa dell’Architettura presentiamo la mostra dedicata ai dieci finalisti del concorso, ai menzionati, premi speciali e atelier Wicar (per info sulla mostra clicca qui); insomma, un’occasione per scoprire uno spaccato della giovane creatività contemporanea. Per questo vi proponiamo, giorno per giorno, un’anticipazione delle opere esposte, con alcune notizie sugli artisti e i lavori che hanno sedotto la giuria e il nostro pubblico. Una guida pratica per prepararvi a ciò che vi aspetta alla serata dell’inaugurazione.

Signori e signore, Antonio Guiotto

Scheda biografica a cura di Vasco Forconi e Margherita Maccaferri

Antonio Guiotto nasce a Padova il 9 giugno 1978. Attualmente vive a Borgoricco (Padova). Si forma all’accademia di Belle arti di Venezia dove segue il corso di scultura. Nel 2005 partecipa alla residenza al Konrad Lorenz institute di Vienna. Assieme all’artista Nicola Genovese nel 2010 fonda il Progetto Superfluo. Collabora con Fondazione March, Carrozzeria Margot e con Niamè Glass Doors. Nel 2003 con il gruppo Riserva artificiale ha partecipato alla 50esima biennale Arti visive di Venezia a cura di Francesco Bonami. Tra le sue personali ricordiamo Equilibrium del 2012 ad Asolo (Treviso) a cura di Pietro Rigolo.

I love you è un’opera che genera frequenze sonore vitali per curare l’essere umano. Da diversi anni Antonio Guiotto, padovano classe 1978, si è dedicato allo studio di questa pratica curativa sperimentando i suoni anche sul proprio corpo. «Volevo comprovare il loro reale effetto benefico», afferma l’artista mentre spiega che attraverso una serie di ricerche incrociate ha scoperto che molto di quello che noi conosciamo si basa su queste frequenze. Ad esempio le campane tibetane, i canti gregoriani e la stessa litania del rosario hanno una frequenza ben precisa che produce un effetto curativo. «Ho cercato di applicare nel mio lavoro questo processo creando delle macchine che riproducono le frequenze 528 Hz e 936 Hz, in grado di riparare la prima il dna e la seconda di rivitalizzare la ghiandola pineale che per le scienze olistiche e orientali è la zona di connessione tra il corpo e la mente e che favorisce la percezione di ciò che ci sta attorno». L’artista ha voluto poi trasformare queste macchine in sculture sfruttando inoltre il potere del colore per generare un cambiamento benefico. «I love you è un atto d’amore che io compio nei confronti del fruitore dell’opera, quello che mi interessa è la capacità che ha l’arte di salvare l’umanità», precisa. […].

Leggi l’articolo e gli approfondimenti sul prossimo numero di Inside Art, in edicola dal 16 novembre

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