Inside #TalentPrize2013

Roma

Dove eravate rimasti? Alla notizia di Danilo Correale vincitore del Talent Prize 2013 con l’opera The future in their hands, the visible hand. Adesso arriva il bello. Il 16 novembre (fino al 30) alla Casa dell’Architettura presentiamo la mostra dedicata ai dieci finalisti del concorso, ai menzionati, premi speciali e atelier Wicar (per info sulla mostra clicca qui); insomma, un’occasione per scoprire uno spaccato della giovane creatività contemporanea. Per questo vi proponiamo, giorno per giorno, un’anticipazione delle opere esposte, con alcune notizie sugli artisti e i lavori che hanno sedotto la giuria e il nostro pubblico. Una guida pratica per prepararvi a ciò che vi aspetta alla serata dell’inaugurazione.

Signori e signore, Sara Enrico

Scheda biografica a cura di Vasco Forconi e Margherita Maccaferri

Sara Enrico nasce a Biella il 20 maggio 1979. Vive e lavora a Torino. Ha studiato all’accademia di Belle arti di Torino e si è specializzata in restauro di dipinti antichi all’Istituto Spinelli a Firenze. Dal 2008 al 2012 è stata membro di progetto Diogene a Torino. Recentemente ha partecipato alla XIX edizione di Csav – Artists research laboratory della fondazione Antonio Ratti a Como e a The book society #01 al museo d’Arte contemporanea di Villa Croce a Genova. Nel 2012 è stata artista in residenza a Viafarini in residence, a Milano e per Painting Detours a villa Gorgo, Nogaredo al Torre (Udine). Ha esposto, tra le altre, nelle personali Vitrine-270°, alla Gam nel 2013, Open Atelier, al Vir a Milano nel 2012 e Less concreteness, al Mars di Milano nel 2010.

L’opera d’arte parla a chi la vede. E Untitled (Jacquard) suggerisce molte suggestioni, a cominciare dall’idea dell’intreccio. Quello di Sara Enrico, infatti, è un lavoro che gravita attorno a questo concetto. Intreccio di tessuto, di tecniche e di significati. Una tela da pittura su cui sono cucite delle armoniche sagome con la tecnica dello Jacquard, un particolare tipo di telaio, tanto antico quanto efficace, particolarmente utilizzato per le tessiture di precisione. Uno strumento testimone della storia, diventato simbolo della rivoluzione industriale del XIX secolo, grazie al quale la produzione tessile è diventata più meccanica e veloce. La sua introduzione non fu ben accolta dai tessitori dell’epoca. Il marchingegno, infatti, era manovrabile anche da una sola persona, eludendo così il lavoro di più lavoratori, necessari invece per il funzionamento del vecchio telaio a liccetti. Il telaio Jacquard, oggi, reso migliore dalle moderne tecnologie, è imprescindibile nella produzione delle tessiture più pregiate e complesse. […].

Leggi l’articolo e gli approfondimenti sul prossimo numero di Inside Art, in edicola dal 16 novembre

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