«Questa giornata rappresenta per noi un riconoscimento al lavoro silenzioso portato avanti, in tutti questi 5-6 anni da un’equipe di archeologici che ha trovato un reperto unico al mondo a cui anche la stampa internazionale ha dato rilevanza, dimostrando quanto il nostro territorio sia apprezzato e quanto possa dare alla cultura a livello mondiale» con queste parole, a nome di tutto il Consiglio regionale, il presidente Daniele Leodori consegna oggi una targa di riconoscimento all’equipe che ha portato alla luce l’Ariballos sospeso, all’interno del tumulo della regina, nell’area della Doganaccia a Tarquinia, patrimonio dell’Unesco. Ad ottenere i riconoscimenti la sovrintendente per i beni archeologici dell’Etruria meridionale, Alfonsina Russo, l’archeologa e le restauratrici della sovrintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale, Maria Gabriella Scapaticci, Antonella Di Giovanni, Maria Angelini, il docente di etruscologia dell’università degli studi di Torino Alessandro Mandolesi e l‘archeologa dell’Università degli studi di Torino Maria Rosa Lucidi. La scoperta dell’Aryballos sospeso risale al 21 settembre scorso, nel corso della sesta campagna di scavo, cominciata nel 2008, del Tumulo della Regina di Tarquinia, risalente al VI secolo a.C.