Figlio del conte Nicolò Carandini (esponente del Pli nel Cln, ministro nel secondo governo Bonomi nel 1944, ambasciatore a Londra dopo la Seconda guerra mondiale nonché tra i fondatori del Partito radicale) e di Elena Albertini (figlia del senatore Luigi Albertini, fino al ‘25 direttore del Corriere della Sera), Andrea Carandini è nato a Roma il 3 novembre 1937. Archeologo, allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, poi titolare della cattedra di Archeologia e storia dell’arte greca e romana all’università La Sapienza, i suoi scavi hanno permesso di ridare corpo alla prima Roma che molti pensavano fosse leggenda: dal fossato di Romolo alle mura sul Palatino, dal tempio di Quirino al santuario di Vesta. Dal 2009 al 2012 è stato presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, nominato dal ministro Sandro Bondi e confermato dai successori Giancarlo Galan e Lorenzo Ornaghi. Il 19 febbraio 2013 è subentrato a Ilaria Borletti Buitoni alla presidenza del Fondo per l’ambiente italiano. In questa veste lo abbiamo incontrato nella sua casa sul Quirinale – a due passi da quel tempio del dio sabino Quirino che dà il nome allo storico colle e agli stessi romani delle origini, i quiriti – per parlare del Fai alla vigilia della nuova campagna di tesseramento e della necessità di salvaguardia del nostro patrimonio culturale.
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