Tutto Zanardi

«Mi trovo a pensare a volte che i personaggi che popolano le storie di Zanardi e vivono con lui la sua avventura, guardino a Zanardi esattamente come lo guardo io e come tutti quelli che lo leggono. Con un misto di odio e simpatia, perché Zanardi è l’amico che da piccolo ce le faceva passare nere, hai capito? Ed è quello che noi avremmo voluto schiacciare, ma è anche la persona alla quale maggiormente avremmo voluto somigliare». Parole del compianto Andrea Pazienza – celebre fumettista e pittore esploso durante gli anni della contestazione giovanile e scomparso prematuramente all’età di 32 anni – che si sposano alla perfezione con la pubblicazione della prima, completa raccolta dedicata alle avventure del suo personaggio più conosciuto.

Sfogliando Tutto Zanardi (Fandango, 256 pagine, 29,50 euro), il lettore può immergersi nel fantastico mondo di Zanna che, apparso per la prima volta nel fumetto Giallo scolastico (era il marzo del 1981), sulle pagine della rivista Frigidaire, con i suoi capelli biondi lunghi e lisci, il naso acuminato, il mento che punge e lo sguardo glaciale, è diventato una delle icone più dissacranti degli anni Ottanta. Giusto mix di simpatia e odio, Massimo Zanardi è interprete (cinico e spietato) delle pulsioni più velate di una generazione e di un’epoca, protagonista di storie in cui la cattiveria, riportata alla sua ordinarietà, genera una fascinazione dalla quale è assai arduo prendere le distanze.

Studente ripetente del liceo scientifico Fermi di Bologna, il bullo Zanardi si aggira tanto nelle strade della città felsinea quanto nei corridoi dell’istituto scolastico insieme agli infidi e inseparabili amici Sergio Petrilli, impacciato e assai sfigato, e Roberto Colasanti, ricco e distaccato, che nei dialoghi mutano rispettivamente in Pietra e Colas. Un gruppetto poco raccomandabile di violenti dediti a dispetti rivalse e ricatti, sempre guidati dal carismatico Zanna, una sorta di alter ego di Pazienza («questo personaggio ha superato l’autore: arrivato alle ultime due vignette mi sono accorto di aver giocato, forse, con un personaggio più grande di me. In modo tale da rendermi difficile spiegare le sue azioni», rammentava) omaggiato anche sul grande schermo dal “debole” film Paz!, diretto nel 2001 da Renato De Maria ed interpretato da Flavio Pistilli (pellicola, ad ogni modo, con una interessante colonna sonora che spazia da Ustmamò e Giovanni Lindo Ferretti a Lucio Dalla e Tiromancino, dagli Shandon agli Skiantos). La ribellione e l’incapacità di adeguarsi alle regole rimangono una costante di Zanardi, vero e proprio ritratto di una generazione perduta. Piena di fascino, però.

Info: www.fandango.it