I collage di Ruby

Le porte della città eterna sono state spalancate a Sterling Ruby. Per la prima volta a Roma, i suoi lavori sono in questi giorni esposti sia al Macro sia alla fondazione Memmo. Soft Work (Macro) e Chron II (fondazione Memmo) sono due progetti molti diversi in cui è possibile cogliere i tratti distintivi di uno tra gli artisti più eclettici della contemporaneità. Le sale di palazzo Ruspoli ospitano 70 opere appartenenti alla collezione personale di Ruby riunite sotto il titolo di Chron II che, come spiega la coordinatrice Cloé Perrone, definisce la volontà di poter riproporre e ampliare nel tempo questo «genere di mostra in cui il creativo presenta i suoi collage e disegni, dunque i suoi lavori bidimensionali, scelti dal suo archivio personale».

Nel 2008 al The drawing center di New York venne presentata Chron I che metteva in evidenza la peculiarità del disegno nel processo creativo dell’artista. Chron II ne è il proseguo e al suo centro vi è il collage visto come una fusione illecita la cui natura è altamente trasgressiva. Le tele ospitano sovente righe ingenue e geometriche spruzzate con lo smalto ed è nella scelta dello strumento pittorico che finisce l’innocenza dell’opera. Seppure i collage di Ruby possano apparire assemblaggi casuali, tuttavia nulla è scelto a caso, né la tecnica né i materiali. Non si può quindi non raffigurare una partecipazione sociale nei pezzi di carta raffiguranti donne da night club, unghie pitturate con smalto poco elegante e stralci di confezioni di medicinali. Ruby è ossessionato da temi ricorrenti come l’horror, i sistemi carcerari e il corpo oggetto. Temi presenti in Chron II così come in Chron I.

Nelle opere presentate alla fondazione Memmo, il pop si mescola con reperti archeologici del suo studio. Per Ruby è esso luogo principale per la creazione ed è per questo che lo fa essere esso stesso opera. Scavandovi all’interno ha trovato scarti e li ha fatti diventare arte attraverso un processo terapeutico tra futilità e utilità. EXHM/ADVAIR, opera del 2011, è realizzata infatti con i cartoni che servivano a proteggerne il pavimento e con altri elementi rintracciati durante questa particolare azione archeologica.

Fino al 15 settembre; fondazione Memmo, palazzo Ruspoli, via del Corso 418, Roma; info: www.fondazionememmo.it